In questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano, Musella dà voce e corpo alle
parole scritte dal grande Eduardo nelle lettere indirizzate alle Istituzioni, nel discorso al Senato,
negli appunti e nei carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento del
Teatro San Ferdinando. Ad affiancarlo in scena il maestro Marco Vidino che esegue dal vivo
musiche originali appositamente composte per lo spettacolo.
“In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue note – di rifugiarmi nelle parole dei
grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per
trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire
senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo
capocomico e – mano mano – ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla
bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente
tra poche vittorie e molti fallimenti”. “Tavola tavola, chiodo chiodo” – spiega Musella – sono le
parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a
Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato
il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43. Faccio parte
di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se
soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il
futuro, come ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in realtà
suggeriscono un’azione energica e continua”.
In questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano, Musella dà voce e corpo alle
parole scritte dal grande Eduardo nelle lettere indirizzate alle Istituzioni, nel discorso al Senato,
negli appunti e nei carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento del
Teatro San Ferdinando. Ad affiancarlo in scena il maestro Marco Vidino che esegue dal vivo
musiche originali appositamente composte per lo spettacolo.
“In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue note – di rifugiarmi nelle parole dei
grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per
trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire
senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo
capocomico e – mano mano – ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla
bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente
tra poche vittorie e molti fallimenti”. “Tavola tavola, chiodo chiodo” – spiega Musella – sono le
parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a
Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato
il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43. Faccio parte
di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se
soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il
futuro, come ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in realtà
suggeriscono un’azione energica e continua”.
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