Nel folto del bosco un grande e cattivo Lupo incontra la piccola Cappuccetto Rosso e subito elabora (dopotutto lui è il più furbo) un diabolico piano per mangiarsela e, senza esitazioni, corre alla casa della nonna… Sembra l’inizio della favola che tutti conosciamo, almeno finché il Lupo (che si crede davvero il più furbo) non infila la camicia da notte della nonna, con tanto di cuffietta d’ordinanza, ed esce da casa… rimanendo chiuso fuori! Il più furbo è un concentrato di leggerezza e d’ironia che fa ridere e pensare. Il lupo di questa storia suscita simpatia perché, a fronte della sua declamata presunzione “io sono il più forte, il più bello e il più furbo”, si dimostra sgraziato e goffo. Ridere di lui, in cui tutti ci possiamo riconoscere, è ridere di noi, e questo ci fa sentire più umani.
Grazie al repertorio di tecniche d’ombra proprie di Teatro Gioco Vita e alla danza ci conduce dentro un mondo dove la dimensione favolistica e quella realistica s’incontrano, producendo un effetto comico proprio della storia raccontata.
Nel folto del bosco un grande e cattivo Lupo incontra la piccola Cappuccetto Rosso e subito elabora (dopotutto lui è il più furbo) un diabolico piano per mangiarsela e, senza esitazioni, corre alla casa della nonna… Sembra l’inizio della favola che tutti conosciamo, almeno finché il Lupo (che si crede davvero il più furbo) non infila la camicia da notte della nonna, con tanto di cuffietta d’ordinanza, ed esce da casa… rimanendo chiuso fuori! Il più furbo è un concentrato di leggerezza e d’ironia che fa ridere e pensare. Il lupo di questa storia suscita simpatia perché, a fronte della sua declamata presunzione “io sono il più forte, il più bello e il più furbo”, si dimostra sgraziato e goffo. Ridere di lui, in cui tutti ci possiamo riconoscere, è ridere di noi, e questo ci fa sentire più umani.
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