Socrate parla all’umanità con parole intramontabili, nette e limpide. Nell’antichità, l’apologia era il discorso di difesa pronunciato da un condannato. Platone riporta i discorsi che Socrate avrebbe pronunciato davanti ai giudici nei momenti del processo intentato contro di lui nel 399 a.C. Attraverso l’adattamento drammaturgico di Nicola Pice, in questa nuova produzione ideata per il Traetta, Raffaello Fusaro sottolinea temi come la modernità spiazzante di chi oppone la verità alla menzogna, evidenzia l’importanza della conoscenza per lo sviluppo dell’uomo in polemica con politici, artisti, tecnici «che non sanno nulla e si danno l’aria di saper tutto»; la nitidezza della coscienza, il rapporto con la fine della nostra esistenza. Un testo eterno recitato “in piena luce” in questo tempo ombroso che esalta il provvisorio e si culla tra incertezze e menzogne.
Socrate parla all’umanità con parole intramontabili, nette e limpide. Nell’antichità, l’apologia era il discorso di difesa pronunciato da un condannato. Platone riporta i discorsi che Socrate avrebbe pronunciato davanti ai giudici nei momenti del processo intentato contro di lui nel 399 a.C. Attraverso l’adattamento drammaturgico di Nicola Pice, in questa nuova produzione ideata per il Traetta, Raffaello Fusaro sottolinea temi come la modernità spiazzante di chi oppone la verità alla menzogna, evidenzia l’importanza della conoscenza per lo sviluppo dell’uomo in polemica con politici, artisti, tecnici «che non sanno nulla e si danno l’aria di saper tutto»; la nitidezza della coscienza, il rapporto con la fine della nostra esistenza. Un testo eterno recitato “in piena luce” in questo tempo ombroso che esalta il provvisorio e si culla tra incertezze e menzogne.
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