Lo spettacolo (in tour ininterrotto da trenta anni) è liberamente tratto dall’epistolario “Lettere a Theo”, una testimonianza universale di fine ottocento, tra le più commoventi, all’altezza dei testi più elevati. Dal forte impatto emozionale, in un intreccio serratissimo tra arte e vita, la rappresentazione, sorretta da una certosina ricerca condotta anche in Olanda, è un suggestivo viaggio interiore nell’uomo-pittore Van Gogh, uno dei protagonisti più sconcertanti e più autentici dell’arte moderna. La sua unicità, come ha scritto il drammaturgo, attore e saggista Antonin Artaud ne “Il suicidato della società”, è nel riuscire a fare emergere dal cuore della pittura, qualcosa che va oltre l’opera, ne oltrepassa la natura aprendo una dimensione altra rispetto a quella del quadro. La sua estrema lucidità ci permette “di vedere più lontano, infinitamente e pericolosamente più lontano, del reale immediato e apparente dei fatti”. E nella scrittura delle lettere all’amatissimo fratello Theo ritroviamo gli stessi elementi, la stessa urgenza, energia, motivazione: Vincent scrive come dipinge! Si resta affascinati dalla tavolozza di tutti i colori della sua anima, dalla sua disarmante nudità, da quel profumo di autenticità e di verità umana che preesiste al pittore ed è la base prima della sua grandezza artistica.
Lo spettacolo (in tour ininterrotto da trenta anni) è liberamente tratto dall’epistolario “Lettere a Theo”, una testimonianza universale di fine ottocento, tra le più commoventi, all’altezza dei testi più elevati. Dal forte impatto emozionale, in un intreccio serratissimo tra arte e vita, la rappresentazione, sorretta da una certosina ricerca condotta anche in Olanda, è un suggestivo viaggio interiore nell’uomo-pittore Van Gogh, uno dei protagonisti più sconcertanti e più autentici dell’arte moderna. La sua unicità, come ha scritto il drammaturgo, attore e saggista Antonin Artaud ne “Il suicidato della società”, è nel riuscire a fare emergere dal cuore della pittura, qualcosa che va oltre l’opera, ne oltrepassa la natura aprendo una dimensione altra rispetto a quella del quadro. La sua estrema lucidità ci permette “di vedere più lontano, infinitamente e pericolosamente più lontano, del reale immediato e apparente dei fatti”. E nella scrittura delle lettere all’amatissimo fratello Theo ritroviamo gli stessi elementi, la stessa urgenza, energia, motivazione: Vincent scrive come dipinge! Si resta affascinati dalla tavolozza di tutti i colori della sua anima, dalla sua disarmante nudità, da quel profumo di autenticità e di verità umana che preesiste al pittore ed è la base prima della sua grandezza artistica.
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