La definizione- Le Parole, le canzoni, le storie- cattura l’essenza dell’approccio artistico di Beppe D’Onghia, che combina l’importanza delle parole, la potenza della musica e l’intreccio di esperienze personali.
E’ un modo semplice ma evocativo, che invita il pubblico a esplorare i vari livelli della sua arte e ad entrare nel suo mondo creativo. La lunga storia musicale al fianco di grandi artisti è il cardine del progetto, ma a differenza di celebrazioni, omaggi, tributi e cover band, Beppe D’Onghia propone una visione di chi ha contribuito alla creazione di tanti capolavori ma con la necessità di rinnovarli in maniera personale. Le melodie del quartetto d’archi, i testi e l’arte grafica live creano atmosfere profondamente emotive. Da una parte le canzoni rilette, ripensate, ricostruite in modo autonomo, tra passato e futuro. Dall’altra, quasi ispirandosi al modello comunicativo di Massive Attack, musica e parole raccontano la realtà: una narrazione emotiva potente, che agisce su più livelli sensoriali e invita a riflessioni profonde.
I poeti / cantautori del passato, da Tom Waits e Bob Dylan, Fabrizio De Andrè, Pier paolo Pasolini, Francesco Guccini, Lucio Dalla, ecc hanno sempre avuto il coraggio di usare la loro arte per denunciare le ingiustizie e sfidare il conformismo. Questi artisti erano voci libere. Pronte a sfidare il sistema e a dare voce a chi non ne aveva. In un momento storico come il nostro, dove il flusso di informazioni è rapido ma spesso superficiale, è essenziale che gli artisti tornino a essere quella coscienza critica, capace di smuovere i cuori e di ridare peso alle parole. La musica e l’arte, in generale, hanno il potere di creare consapevolezza. In un’epoca di globalizzazione e disuguaglianza crescenti, il ruolo dell’artista, oggi, è più importante che mai!
La definizione- Le Parole, le canzoni, le storie- cattura l’essenza dell’approccio artistico di Beppe D’Onghia, che combina l’importanza delle parole, la potenza della musica e l’intreccio di esperienze personali.
E’ un modo semplice ma evocativo, che invita il pubblico a esplorare i vari livelli della sua arte e ad entrare nel suo mondo creativo. La lunga storia musicale al fianco di grandi artisti è il cardine del progetto, ma a differenza di celebrazioni, omaggi, tributi e cover band, Beppe D’Onghia propone una visione di chi ha contribuito alla creazione di tanti capolavori ma con la necessità di rinnovarli in maniera personale. Le melodie del quartetto d’archi, i testi e l’arte grafica live creano atmosfere profondamente emotive. Da una parte le canzoni rilette, ripensate, ricostruite in modo autonomo, tra passato e futuro. Dall’altra, quasi ispirandosi al modello comunicativo di Massive Attack, musica e parole raccontano la realtà: una narrazione emotiva potente, che agisce su più livelli sensoriali e invita a riflessioni profonde.
I poeti / cantautori del passato, da Tom Waits e Bob Dylan, Fabrizio De Andrè, Pier paolo Pasolini, Francesco Guccini, Lucio Dalla, ecc hanno sempre avuto il coraggio di usare la loro arte per denunciare le ingiustizie e sfidare il conformismo. Questi artisti erano voci libere. Pronte a sfidare il sistema e a dare voce a chi non ne aveva. In un momento storico come il nostro, dove il flusso di informazioni è rapido ma spesso superficiale, è essenziale che gli artisti tornino a essere quella coscienza critica, capace di smuovere i cuori e di ridare peso alle parole. La musica e l’arte, in generale, hanno il potere di creare consapevolezza. In un’epoca di globalizzazione e disuguaglianza crescenti, il ruolo dell’artista, oggi, è più importante che mai!
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