Non sarà così per sempre: questo è ciò che dice il cartello che il coreografo Moritz porta sul palco, mentre il ballerino Daniel Conant esegue uno Schuhplattler per un pubblico che è seduto secondo le nuove linee guida per la prevenzione del Coronavirus. L’assolo di trenta minuti è pieno di riferimenti autoriflessivi e ironici che sfuggono a qualsiasi definizione specifica. Ostruschnjak rimane fedele allo stile eclettico delle sue ultime produzioni e permette al suo solista di passare senza sforzo da uno Schuhplattler a un grand-jeté, dal gioco di gambe di boxe ai passi di break dance e da una reférence alla corda al saltare; l’elemento comune è il suono, il battito, il battito delle mani, il respiro, il salto, il rimbalzo che riempie lo spazio come un ritmo costante. Come se fosse stato ferito, il protagonista si fa strada instancabilmente attraverso il canone, estremamente diversificato del movimento, assumendo pose di resistenza, combattimento e vittoria, mascolinità stilizzata, cultura giovanile, balletto classico, ballo liscio e sport.
Come membro attivo della scena degli Sprayer, Moritz ha sviluppato il suo interesse per la danza contemporanea attraverso la breakdance. Ha studiato all’Iwanson International di Monaco e ha completato la sua formazione con Maurice Béjart a Losanna. Lavora come coreografo freelance a Monaco dal 2013 e ha creato l’assolo “Island of Only Oneland” e i pezzi corali “Text Neck”, “Boids”, “Unstern” e “Auto play”. I suoi brani sono stati eseguiti al Tanzwerkstatt Europa e al Rodeo – Münchner Tanz-und Theaterfestival; la produzione “Unstern” è stata selezionata per il Tanzplattform Deutschland 2020. Nel gennaio del 2021, la sua nuova produzione “How Many Angels Can Dance on the Head of a Pin?” sarà presentata in anteprima a Monaco di Baviera. Nelle sue opere Moritz si sofferma sulle trasformazioni delle esperienze fisiche e sociali in tempi di digitalizzazione e virtualizzazione. Le sue performance sono spazi che usano le nuove tecnologie come mezzo per rispecchiare e riflettere i processi sociali. Seguendo il principio del pick&mix e del cut&paste, elementi e connessioni altamente eterogenei, crea il racconto di una realtà in cui i confini tra politica, spettacolo e populismo diventano sempre più indistinti.
Non sarà così per sempre: questo è ciò che dice il cartello che il coreografo Moritz porta sul palco, mentre il ballerino Daniel Conant esegue uno Schuhplattler per un pubblico che è seduto secondo le nuove linee guida per la prevenzione del Coronavirus. L’assolo di trenta minuti è pieno di riferimenti autoriflessivi e ironici che sfuggono a qualsiasi definizione specifica. Ostruschnjak rimane fedele allo stile eclettico delle sue ultime produzioni e permette al suo solista di passare senza sforzo da uno Schuhplattler a un grand-jeté, dal gioco di gambe di boxe ai passi di break dance e da una reférence alla corda al saltare; l’elemento comune è il suono, il battito, il battito delle mani, il respiro, il salto, il rimbalzo che riempie lo spazio come un ritmo costante. Come se fosse stato ferito, il protagonista si fa strada instancabilmente attraverso il canone, estremamente diversificato del movimento, assumendo pose di resistenza, combattimento e vittoria, mascolinità stilizzata, cultura giovanile, balletto classico, ballo liscio e sport.
Come membro attivo della scena degli Sprayer, Moritz ha sviluppato il suo interesse per la danza contemporanea attraverso la breakdance. Ha studiato all’Iwanson International di Monaco e ha completato la sua formazione con Maurice Béjart a Losanna. Lavora come coreografo freelance a Monaco dal 2013 e ha creato l’assolo “Island of Only Oneland” e i pezzi corali “Text Neck”, “Boids”, “Unstern” e “Auto play”. I suoi brani sono stati eseguiti al Tanzwerkstatt Europa e al Rodeo – Münchner Tanz-und Theaterfestival; la produzione “Unstern” è stata selezionata per il Tanzplattform Deutschland 2020. Nel gennaio del 2021, la sua nuova produzione “How Many Angels Can Dance on the Head of a Pin?” sarà presentata in anteprima a Monaco di Baviera. Nelle sue opere Moritz si sofferma sulle trasformazioni delle esperienze fisiche e sociali in tempi di digitalizzazione e virtualizzazione. Le sue performance sono spazi che usano le nuove tecnologie come mezzo per rispecchiare e riflettere i processi sociali. Seguendo il principio del pick&mix e del cut&paste, elementi e connessioni altamente eterogenei, crea il racconto di una realtà in cui i confini tra politica, spettacolo e populismo diventano sempre più indistinti.
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