Se qualcuno avesse chiesto chi fossero i Beatles a Mark David Chapman, l’assassino di John Lennon, lui avrebbe certamente potuto parlarne per ore e ore, citando testi e musiche dei fab four ma anche – di sicuro – vari passaggi del suo romanzo di culto, “Il giovane Holden”. Quando fu arrestato, la notte dell’8 dicembre 1980 a New York, davanti al Dakota Building, Chapman aveva ancora tra le mani il libro di Salinger. Poco distante da lui, a terra, il corpo di Lennon. Con cinque colpi di pistola, l’ex bamboccione venuto da Honolulu aveva spezzato per sempre la vita di John, il sogno dei Beatles e, insieme ad esso, quello di milioni di persone in tutto il mondo.
In “Ho ucciso i Beatles” si immagina che nelle ore trascorse al freddo, in attesa di compiere il folle rito di morte, Chapman riviva, come in un flashback allucinato e scandito sempre dalla musica, la propria storia d’amore e odio con la band più famosa di tutti i tempi. Cercando ragioni, evidentemente, che la ragione non conosce. La voce forte e unica di Sarah Jane Morris, coinvolgente come un ricordo che venga dal profondo dell’anima, scandisce, in questo spettacolo scritto da Stefano Valanzuolo e articolato attraverso una sequenza di quadri-canzoni, le tappe di una storia piena di musica e passione. Nello spettacolo, la cui regia è firmata da Pierluigi Iorio, ricorre l’eco di grandi classici (da “Lucy in the sky with diamonds” a “Come together”, “Yesterday”, “The fool on the hill”, “The long and winding road”, …) resi in una veste vocale e strumentale inedita, grazie all’apporto raffinato del Solis String Quartet e gli arrangiamenti di Antonio Di Francia. Sarà l’attore Paolo Cresta, infine, a dar voce e colore alle inquietudini del protagonista, Mark David Chapman.
Se qualcuno avesse chiesto chi fossero i Beatles a Mark David Chapman, l’assassino di John Lennon, lui avrebbe certamente potuto parlarne per ore e ore, citando testi e musiche dei fab four ma anche – di sicuro – vari passaggi del suo romanzo di culto, “Il giovane Holden”. Quando fu arrestato, la notte dell’8 dicembre 1980 a New York, davanti al Dakota Building, Chapman aveva ancora tra le mani il libro di Salinger. Poco distante da lui, a terra, il corpo di Lennon. Con cinque colpi di pistola, l’ex bamboccione venuto da Honolulu aveva spezzato per sempre la vita di John, il sogno dei Beatles e, insieme ad esso, quello di milioni di persone in tutto il mondo.
In “Ho ucciso i Beatles” si immagina che nelle ore trascorse al freddo, in attesa di compiere il folle rito di morte, Chapman riviva, come in un flashback allucinato e scandito sempre dalla musica, la propria storia d’amore e odio con la band più famosa di tutti i tempi. Cercando ragioni, evidentemente, che la ragione non conosce. La voce forte e unica di Sarah Jane Morris, coinvolgente come un ricordo che venga dal profondo dell’anima, scandisce, in questo spettacolo scritto da Stefano Valanzuolo e articolato attraverso una sequenza di quadri-canzoni, le tappe di una storia piena di musica e passione. Nello spettacolo, la cui regia è firmata da Pierluigi Iorio, ricorre l’eco di grandi classici (da “Lucy in the sky with diamonds” a “Come together”, “Yesterday”, “The fool on the hill”, “The long and winding road”, …) resi in una veste vocale e strumentale inedita, grazie all’apporto raffinato del Solis String Quartet e gli arrangiamenti di Antonio Di Francia. Sarà l’attore Paolo Cresta, infine, a dar voce e colore alle inquietudini del protagonista, Mark David Chapman.
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