Il palco del Teatro Comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia ancora una volta luogo di confronto sul mondo attraverso la pratica artistica. Venerdì 12 aprile alle 20.30 appuntamento pubblico del progetto GAP per la prevenzione al gioco d’azzardo patologico, ideato e sostenuto dall’ASL di Foggia e dal Teatro Pubblico Pugliese e realizzato grazie anche alla sinergia con la compagnia Bottega degli Apocrifi. 35 ragazzi in coro che dal palco di un teatro lanceranno il loro rito di felicità. Si tratta del momento finale del laboratorio guidato da Cosimo Severo e Giovanni Salvemini di Bottega degli Apocrifi, con oltre trenta adolescenti del Liceo “Galilei – Moro” e dell’IISS “Roncalli – Fermi – Rotondi – Euclide”, che hanno preso parte al progetto.
Il percorso, svoltosi tra l’Istituto Roncalli e il teatro, ha visto da novembre a oggi i ragazzi coinvolti in un laboratorio teatrale volto alla costruzione del coro, con l’intento di rispondere con un grande gioco collettivo in presenza al gioco individuale e solitario mediato da un dispositivo, sia esso un cellulare o una slot machine. Col desiderio di rispondere con la relazione (scenica e non) alla solitudine che circonda i giocatori patologici.
Si è parlato di umor nero, prendendo in prestito da Melville quella sensazione che almeno una volta nella vita attanaglia tutti, si è parlato delle condizioni di fragilità che si traducono in manie, si è giocato su queste manie mescolandole tra loro come durante un laboratorio si mescolano i ragazzi, si sono contate le sale slot e le sale scommesse di una città che ne è, come tutte, costellata, e che i ragazzi incontrano banalmente nel tragitto da casa loro al teatro.
Si è parlato di gioco d’azzardo, pensando che la formula più giusta per i ragazzi fosse quella della verità. Così è stata invitata l’associazione dei Giocatori Anonimi e l’associazione delle Famiglie dei giocatori, di Taranto; per donare le loro storie senza retorica e senza pietà. L’energia che si è creata all’interno di quel cerchio dopo 3 ore di parole ha restituito la coscienza, per fortuna, che i ragazzi hanno a cuore un futuro grande, hanno dentro il sentimento del I Care milaniano: “mi sta a cuore, mi riguarda”.