Prende il via il prossimo 15 gennaio la Stagione teatrale 2022/2023 del Comune di Ostuni in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Ad ospitare il cartellone, curato dal Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura e dalla “Commissione Straordinaria”, sarà il Teatro Palazzo Roma. Sette gli spettacoli in programma fino ad aprile, che avranno per protagonisti alcuni degli artisti più amati del panorama teatrale e musicale nazionale: Andrea Delogu, Giorgio Marchesi, Rocco Papaleo, Antonio Stornaiolo e Vito Signorile, Paolo Fresu & Omar Sosa, Giorgio Pasotti, Mimmo Mancini e Paolo De Vita.
Si inizia il 15 gennaio con Andrea Delogu in “40 e sto”. Un folle spettacolo, per la regia di Enrico Zaccheo, che racconta le donne alla soglia dei 40 anni: il giro di boa, la crisi e la rinascita, la libertà e le battaglie contro i luoghi comuni. Districandosi tra bizzarri pretendenti, traslochi, social, supermercati per single, Max Pezzali, paparazzi, viaggi, libri auto fogli di giornale… Andrea Delogu attinge a piene mani dalla sua vita privata, raccontandosi senza filtri in un esilarante flusso di coscienza in cui il pubblico si riconoscerà. Il 27 gennaio sarà la volta del grande classico di Luigi Pirandello, “Il Fu Mattia Pascal”, con Giorgio Marchesi che ne firma la regia con Simonetta Solder. In questa versione si è voluto sperimentare un linguaggio che potesse essere accessibile e appetibile a tutti, anche e soprattutto alle nuove generazioni. Con l’obiettivo di allontanarsi dalla visione polverosa erroneamente associata ad alcuni capolavori letterari, si è scelto un punto di vista vitale, dinamico e divertito di questo “caso davvero strano”.
La stagione prosegue il 2 febbraio con Rocco Papaleo in “A proposito di Rocco” per la regia di Valter Lupo. L’artista lucano conduce il pubblico alla scoperta della sua grande passione per il teatro-canzone. Uno show che si presenta come album tutto da sfogliare, fatto di pensieri sparsi, brevi annotazioni e rime lasciate in sospeso che si fanno parole in musica: un riuscito esperimento che strizza l’occhio a Gaber e alla Basilicata.Il 16 febbraio Antonio Stornaiolo e Vito Signorile porteranno in scena “#Più Shakespeare per tutti” di Antonio Stornaiolo. Lo spettacolo, un omaggio a William Shakespeare, è al tempo stesso una lezione e scherzosa conversazione ideata e condotta dai due attori. Uno spettacolo leggero, ma mai superficiale che, con ironia ed uso di linguaggi giovanili e multimediali, racconta la figura del maggior drammaturgo occidentale.
A marzo, il 13 arriva la grande musica al Teatro Palazzo Roma con Paolo Fresu & Omar Sosa che presenteranno il loro nuovo disco “Eros” (Tǔk Music, distribuzione Ducale), concept-album dedicato al tema e alle sue declinazioni essenziali. Esistono formazioni in grado di cambiare, oggi, il modo di sentire la musica. Quando parliamo del duo composto da Paolo Fresu e Omar Sosa, per sentire non intendiamo soltanto il mero ascolto, ma una questione di cuore, anima, empatia. Il 25 si torna alla prosa con Giorgio Pasotti in “Racconti disumani”,uno spettacolo di Alessandro Gassmann. Due straordinari artisti come Gassmann e Pasotti si misurano con le parole di Franz Kafka, due “racconti disumani” per parlare agli uomini degli uomini. “Una relazione per un’Accademia” e “La tana”, due storie di animali, sembrerebbero, una che mette a nudo la superficialità di un modo di essere attraverso comportamenti stereotipati e facili, l’altro che racconta quel bisogno di costruirsi il riparo perfetto che ci metta al sicuro da ogni esterno.
Chiude la stagione, il 4 aprile, “Vi faremo sapere” con Mimmo Mancini e Paolo De Vita per la regia di Manrico Gammarota. Uno spettacolo che vuole parlare dell’“unione” in un’estensione più universale e i Fratelli Capitoni con la loro ironia e poesia, ne diventano il simbolo. Single e precari a vita, dalla prima versione in cui erano circa trentenni pieni di speranze, ora superata la sessantina, con ormai poche ambizioni, per una infinita serie di inciampi e sconfitte nelle rispettive vite, si ritrovano a vivere insieme, ma la situazione e il loro modo di vedere se stessi non sembrano essere poi così cambiati.