L'EDITORE
5 titoli selezionati dall'editore
È vita che si tocca tangibile, qui nulla è astratto tutto è materico come solo una quotidianità che ripete se stessa giorni, mesi, anni sa esserlo. Il corpo si fa agente narrante delle dinamiche di potere, è il testimone laddove la parola deve tacere, indicatore dello stato critico delle cose. Raccontare la realtà di molti, elevarsi dal genere per farsi voce del vivente. Un poema che si fa carico di istanze sociali e si fa quindi scrittura politica. Un lessico crudo, diretto che non vuole edulcorare la realtà, al contrario ha l’intento di rispecchiare una verità nel modo più fedele, punta allo stordimento del lettore per provocarne la riflessione. Nessun fronzolo dunque, ma un lavoro di cesellatura e sottrazione affinché l’essenziale sia visibile.
Disarmo è quella cosa che accade in qualche spazio imprecisato del cuore, della coscienza, della mente, quando un’anima si rivela a noi con una sincerità così pura e feroce, impregnata di implacabile poesia, che non puoi far altro che dichiararle resa e alleanza. La sua scrittura è un’àncora, che solleva sabbia da un fondale di esperienze. I suoi frammenti, come l’esistenza, seguono rotte di derive e di approdi e il dolore è un dato di fatto, del tutto privo di autocompiacimenti, osservato e mostrato, è un sentiero adiacente a quello della speranza. Il dolore, nella scrittura di Stefania, è il braccio destro della poesia.
La separazione, la perdita, l’abbandono sono esperienze che abbiamo e ci hanno attraversato, che ci hanno cambiato, ci hanno segnato come rughe, cicatrici o crepe.
Ma le rughe raccontano come si sorride e come si pensa, come il tempo traccia strade e ci modifica. Le cicatrici parlano di ferite e di guarigioni. Le crepe aprono squarci sul mondo e su noi e fanno filtrare una luce sconosciuta. Così possiamo scegliere ogni volta la nostra rinascita: faticosa, difficile, vibrante, possibile.
L’autrice ha provato a dare voce a ventidue donne diverse che volevano raccontarsi con urgenza, pudore, sfacciataggine, verità. In nessuna di loro, o forse in tutte, c’è anche lei.