Dopo l’allestimento de Il giocatore di Goldoni (2022), la Compagnia del Sole prosegue la sua ricerca sulla ludopatia mettendo in scena Tre sorelle o l’attesa della felicità di Cechov, testo che mette in luce le cause possibili dell’insorgere della ludopatia. Il personaggio ludopatico è il fratello Andrej, apparentemente non protagonista della storia, almeno non come Florindo, il giocatore goldoniano, bensì anello più debole e centrale della catena degli eventi narrati. Il giovane, presentato come un appassionato violinista che vuole andare a Mosca per intraprendere la carriera accademica come professore, è colui che nel tempo subisce maggiormente gli effetti di un mutato panorama sociale. In realtà tutta la famiglia Prozorov si confronta con il vuoto di certezze che la morte del padre ha lasciato, ma è Andrej che, dopo un matrimonio impulsivo e sbagliato, non reggendo tale assenza di futuro si lascia risucchiare dal gioco d’azzardo attendendo che la felicità bussi alla sua porta con una vincita miracolosa che di fatto non arriva. Questa attesa di felicità caratterizza in qualche modo la maggior parte dei personaggi, che hanno sogni confusi e si agitano senza una prospettiva reale. I più si affidano a ricette facili che fanno naufragare i loro sogni contro lo scoglio di una realtà mai davvero considerata, finendo col diventare via via più passivi ed indifferenti. La storia si apre in una luminosa in primavera in cui si canta, si suona e si celebra la vita ed il futuro: una commedia brillante che lascia sperare. Si chiude in un autunno triste con tante separazioni e perdite, passando per un inverno di segreti eccitanti e passioni nascoste ed un’estate di fuoco. Quattro stagioni, quattro anni, quattro momenti metaforici della vita di ogni essere umano, che vengono immortalati in questo raffinato affresco su cui ciascuno dovrebbe meditare… Una commedia (questo è il genere in cui Cechov ascriveva le sue opere) che passando per il dramma, arriva a toccare la tragedia. Per quanto mi riguarda, la forza della scrittura cechoviana sta nel non “parteggiare” per alcun personaggio, lasciando al tempo ed alle situazioni la responsabilità di rivelarne il carattere, di conseguenza nella sottile puntualità con cui affida a dettagli essenziali delle azioni e dei dialoghi la responsabilità di farlo. Il testo è una partitura musicale il cui ritmo è spesso immaginato dall’autore su basi strumentali da lui stesso suggerite. La ludopatia è un problema che interessa la società odierna da vicino considerando che nel 2022 in Italia, nel gioco d’azzardo son stati spesi circa 130 miliardi di euro. Il progetto Mind the G.A.P. si inserisce perfettamente nella vocazione che da sempre anima le scelte artistiche della Compagnia del Sole: parlare al pubblico del tempo presente in modo da rendere il teatro un terreno comune di dialogo e riflessione centrale nelle scelte etiche della vita quotidiana.
Marinella Anaclerio
Dopo l’allestimento de Il giocatore di Goldoni (2022), la Compagnia del Sole prosegue la sua ricerca sulla ludopatia mettendo in scena Tre sorelle o l’attesa della felicità di Cechov, testo che mette in luce le cause possibili dell’insorgere della ludopatia. Il personaggio ludopatico è il fratello Andrej, apparentemente non protagonista della storia, almeno non come Florindo, il giocatore goldoniano, bensì anello più debole e centrale della catena degli eventi narrati. Il giovane, presentato come un appassionato violinista che vuole andare a Mosca per intraprendere la carriera accademica come professore, è colui che nel tempo subisce maggiormente gli effetti di un mutato panorama sociale. In realtà tutta la famiglia Prozorov si confronta con il vuoto di certezze che la morte del padre ha lasciato, ma è Andrej che, dopo un matrimonio impulsivo e sbagliato, non reggendo tale assenza di futuro si lascia risucchiare dal gioco d’azzardo attendendo che la felicità bussi alla sua porta con una vincita miracolosa che di fatto non arriva. Questa attesa di felicità caratterizza in qualche modo la maggior parte dei personaggi, che hanno sogni confusi e si agitano senza una prospettiva reale. I più si affidano a ricette facili che fanno naufragare i loro sogni contro lo scoglio di una realtà mai davvero considerata, finendo col diventare via via più passivi ed indifferenti. La storia si apre in una luminosa in primavera in cui si canta, si suona e si celebra la vita ed il futuro: una commedia brillante che lascia sperare. Si chiude in un autunno triste con tante separazioni e perdite, passando per un inverno di segreti eccitanti e passioni nascoste ed un’estate di fuoco. Quattro stagioni, quattro anni, quattro momenti metaforici della vita di ogni essere umano, che vengono immortalati in questo raffinato affresco su cui ciascuno dovrebbe meditare… Una commedia (questo è il genere in cui Cechov ascriveva le sue opere) che passando per il dramma, arriva a toccare la tragedia. Per quanto mi riguarda, la forza della scrittura cechoviana sta nel non “parteggiare” per alcun personaggio, lasciando al tempo ed alle situazioni la responsabilità di rivelarne il carattere, di conseguenza nella sottile puntualità con cui affida a dettagli essenziali delle azioni e dei dialoghi la responsabilità di farlo. Il testo è una partitura musicale il cui ritmo è spesso immaginato dall’autore su basi strumentali da lui stesso suggerite. La ludopatia è un problema che interessa la società odierna da vicino considerando che nel 2022 in Italia, nel gioco d’azzardo son stati spesi circa 130 miliardi di euro. Il progetto Mind the G.A.P. si inserisce perfettamente nella vocazione che da sempre anima le scelte artistiche della Compagnia del Sole: parlare al pubblico del tempo presente in modo da rendere il teatro un terreno comune di dialogo e riflessione centrale nelle scelte etiche della vita quotidiana.
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