Festival del Pensare Queer
Un invito provocatorio a riconoscere e onorare la diversità che abita la nostra città e ciascuno di noi, a non avere paura di essere se stessi. Vale la pena portare in scena quella forza spaventosa e “diversa” che è capace di lottare per ciò in cui si crede, senza vergognarsi della propria stranezza. Si tratta, in sostanza, di imparare a pensare queer. Queer letteralmente significa «strano», «bizzarro», e deriva dal tedesco quer, «diagonale», «di traverso». Sta a indicare chi non si riconosce nei binarismi e non vuole chiudersi in una definizione vincolata alle preferenze sessuali. Pensare in maniera queer, quindi, significa sforzarsi di superare i binarismi e le etichette, facendo proprio l’insegnamento poetico di Emily Dickinson: «Dì tutta la verità ma dilla obliqua», slant. Bisogna imparare a pensare e parlare in maniera diagonale, obliqua, inclinata, perché, come ha scritto Nietzsche, ogni verità è curva. Si tratta di liberarsi da un’immagine di sé e del mondo statica, di una soggettività granitica e sempre identica a se stessa, di non presupporre di sé o delle altre persone qualcosa che rispetti una norma, un canone. Per questo abbiamo immaginato insieme una due giorni dedicata alla diversità in tutte le sue forme, attraverso una serie di lectio, speech, dibattiti, spettacoli e reading sul corpo, l’intersezione, l’immaginario, l’autocoscienza, l’arte, la neurodivergenza, la pedagogia di genere.
Programma in via di definizione.
Festival del Pensare Queer
Un invito provocatorio a riconoscere e onorare la diversità che abita la nostra città e ciascuno di noi, a non avere paura di essere se stessi. Vale la pena portare in scena quella forza spaventosa e “diversa” che è capace di lottare per ciò in cui si crede, senza vergognarsi della propria stranezza. Si tratta, in sostanza, di imparare a pensare queer. Queer letteralmente significa «strano», «bizzarro», e deriva dal tedesco quer, «diagonale», «di traverso». Sta a indicare chi non si riconosce nei binarismi e non vuole chiudersi in una definizione vincolata alle preferenze sessuali. Pensare in maniera queer, quindi, significa sforzarsi di superare i binarismi e le etichette, facendo proprio l’insegnamento poetico di Emily Dickinson: «Dì tutta la verità ma dilla obliqua», slant. Bisogna imparare a pensare e parlare in maniera diagonale, obliqua, inclinata, perché, come ha scritto Nietzsche, ogni verità è curva. Si tratta di liberarsi da un’immagine di sé e del mondo statica, di una soggettività granitica e sempre identica a se stessa, di non presupporre di sé o delle altre persone qualcosa che rispetti una norma, un canone. Per questo abbiamo immaginato insieme una due giorni dedicata alla diversità in tutte le sue forme, attraverso una serie di lectio, speech, dibattiti, spettacoli e reading sul corpo, l’intersezione, l’immaginario, l’autocoscienza, l’arte, la neurodivergenza, la pedagogia di genere.
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