L’intento iniziale de Il sesso degli angeli, non ha senso negarlo, era di ironizzare sulla propensione del mondo teatrale – normalmente così prodigo di insegnamenti morali -, a ritirarsi in prudenti silenzi e riposizionamenti tattici nei momenti politicamente più delicati. Una volta iniziate le prove però la vis polemica ha cominciato a spegnersi mentre nel lavoro hanno iniziato ad emergere reminiscenze di anni lontani in cui, tra avanguardismo, teatro povero e influenze orientali, in molti erano alla ricerca della potenza espressiva dei corpi nella loro assoluta, nuda presenza. Un desiderio di centralità dell’umano che, combinando politica, mistica, filosofia e psicanalisi rispondeva a domande di un’altra epoca ma che torna forse ad avere un senso anche in un oggi in cui molti sembrano rassegnati al paradosso che solo le tecnologie, il mercato, le intelligenze artificiali e le migrazioni su Marte ci potranno, forse, salvare.
Ma, anche se sono sicuramente queste le riflessioni alla base dello spettacolo, Il sesso degli angeli in realtà, coerentemente con il titolo, non ha alcun argomento. Si limita a collocare in una scena scabra due interpreti che, con assoluta dedizione eseguono una partitura asimmetrica, capricciosa, a tratti spiazzante, che alla fine, forse, lascerà anche trasparire, in filigrana, qualcosa di riconducibile alla dimensione angelica.
(Roberto Castello)
L’intento iniziale de Il sesso degli angeli, non ha senso negarlo, era di ironizzare sulla propensione del mondo teatrale – normalmente così prodigo di insegnamenti morali -, a ritirarsi in prudenti silenzi e riposizionamenti tattici nei momenti politicamente più delicati. Una volta iniziate le prove però la vis polemica ha cominciato a spegnersi mentre nel lavoro hanno iniziato ad emergere reminiscenze di anni lontani in cui, tra avanguardismo, teatro povero e influenze orientali, in molti erano alla ricerca della potenza espressiva dei corpi nella loro assoluta, nuda presenza. Un desiderio di centralità dell’umano che, combinando politica, mistica, filosofia e psicanalisi rispondeva a domande di un’altra epoca ma che torna forse ad avere un senso anche in un oggi in cui molti sembrano rassegnati al paradosso che solo le tecnologie, il mercato, le intelligenze artificiali e le migrazioni su Marte ci potranno, forse, salvare.
Ma, anche se sono sicuramente queste le riflessioni alla base dello spettacolo, Il sesso degli angeli in realtà, coerentemente con il titolo, non ha alcun argomento. Si limita a collocare in una scena scabra due interpreti che, con assoluta dedizione eseguono una partitura asimmetrica, capricciosa, a tratti spiazzante, che alla fine, forse, lascerà anche trasparire, in filigrana, qualcosa di riconducibile alla dimensione angelica.
(Roberto Castello)
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