Helene, ballerina e cantante dei Night Club nella Berlino a cavallo tra gli anni ’30 e ’40, si ritrova, anni dopo, a chiudere la sua carriera dilaniata dai ricordi di un amore “speciale” stroncato dalla follia nazista. Prima della sua ultima esibizione, in preda al tormento e alla difficoltà ad intonare le canzoni della scaletta in programma, decide di raccontare la sua storia d’amore con Miryam, ballerina e cantante come lei, con cui si esibiva in quel periodo. Tutto nasce nella complicità artistica ma che, pian piano, evolve in passione e sentimento: un sentimento che non era previsto dal regime che nel frattempo aveva preso il potere in Germania. Non previsto, soprattutto, se Miryam è anche ebrea. Per questo entrambe vengono deportate e separate ad Auschwitz e di Miryam, perderà le tracce. Non si perderanno, invece, i ricordi della crudeltà, della violenza e della sopraffazione del genocidio in atto. Nel racconto, Helene, attraversa tutte le tappe del loro amore e del suo epilogo, attraverso i brani che ne caratterizzavano le loro performance artistiche nei Night Club berlinesi. Nel finale, il greve sentimento, sfocia in un drammatico J’Accuse al genere umano. Quasi come un PM impietoso, Helene elenca gli stermini di massa che hanno preceduto e seguito la Shoah: una lista politicamente corretta e terrificante. L’amore totale, puro, cristallino, che trascende gli eventi, diventa un vessillo, un simbolo della lotta a qualsiasi forma di omofobia e di discriminazione razziale. E Miryam? Sarà riuscita a sopravvivere come Helene, salvata e riportata alla vita, dall’arrivo dei carri armati russi?
Helene, ballerina e cantante dei Night Club nella Berlino a cavallo tra gli anni ’30 e ’40, si ritrova, anni dopo, a chiudere la sua carriera dilaniata dai ricordi di un amore “speciale” stroncato dalla follia nazista. Prima della sua ultima esibizione, in preda al tormento e alla difficoltà ad intonare le canzoni della scaletta in programma, decide di raccontare la sua storia d’amore con Miryam, ballerina e cantante come lei, con cui si esibiva in quel periodo. Tutto nasce nella complicità artistica ma che, pian piano, evolve in passione e sentimento: un sentimento che non era previsto dal regime che nel frattempo aveva preso il potere in Germania. Non previsto, soprattutto, se Miryam è anche ebrea. Per questo entrambe vengono deportate e separate ad Auschwitz e di Miryam, perderà le tracce. Non si perderanno, invece, i ricordi della crudeltà, della violenza e della sopraffazione del genocidio in atto. Nel racconto, Helene, attraversa tutte le tappe del loro amore e del suo epilogo, attraverso i brani che ne caratterizzavano le loro performance artistiche nei Night Club berlinesi. Nel finale, il greve sentimento, sfocia in un drammatico J’Accuse al genere umano. Quasi come un PM impietoso, Helene elenca gli stermini di massa che hanno preceduto e seguito la Shoah: una lista politicamente corretta e terrificante. L’amore totale, puro, cristallino, che trascende gli eventi, diventa un vessillo, un simbolo della lotta a qualsiasi forma di omofobia e di discriminazione razziale. E Miryam? Sarà riuscita a sopravvivere come Helene, salvata e riportata alla vita, dall’arrivo dei carri armati russi?
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