A distanza di 55 anni dalla sua scomparsa carica di misteri, Luigi Tenco fa ancora parlare di sé e non manca mai di riempire le pagine dei giornali e le trasmissioni televisive. Ennio Morricone descrisse così Luigi Tenco: l’artefice della migliore musica autoriale italiana.
Ma Tenco fu anche un precursore della rivoluzione culturale e sociale che nel 1968, un anno dopo la sua morte, segnò un radicale cambiamento della musica leggera italiana.
Questo spettacolo a lui dedicato non vuole solo celebrare le sue creazioni musicali ma anche raccontare l’uomo al di là del personaggio, la sua anima e soprattutto la sua levatura morale e la sua correttezza professionale. Una persona perbene e ricca di valori che per amore si trovò a confrontarsi e a scontrarsi con le complicate dinamiche commerciali di una discografia che gestiva la musica leggera italiana e i suoi indotti, festival incluso. Questo racconto musicale ricostruisce anche alcune tappe delle indagini relative alla morte dell’artista ancora avvolta nel mistero, suggerendo al pubblico una verità scomoda e drammatica che ancora sconcerta giornalisti, familiari e amici di uno dei cantautori più innovativi della musica italiana. “Mi chiamo Luigi” è uno spettacolo musicale che grazie alle note alle immagini e alle parole dipinge il ritratto di uno dei più originali e innovativi musicisti italiani,ma soprattutto il carattere poliedrico e catartico di un uomo onesto verso se stesso e verso il suo pubblico.
A distanza di 55 anni dalla sua scomparsa carica di misteri, Luigi Tenco fa ancora parlare di sé e non manca mai di riempire le pagine dei giornali e le trasmissioni televisive. Ennio Morricone descrisse così Luigi Tenco: l’artefice della migliore musica autoriale italiana.
Ma Tenco fu anche un precursore della rivoluzione culturale e sociale che nel 1968, un anno dopo la sua morte, segnò un radicale cambiamento della musica leggera italiana.
Questo spettacolo a lui dedicato non vuole solo celebrare le sue creazioni musicali ma anche raccontare l’uomo al di là del personaggio, la sua anima e soprattutto la sua levatura morale e la sua correttezza professionale. Una persona perbene e ricca di valori che per amore si trovò a confrontarsi e a scontrarsi con le complicate dinamiche commerciali di una discografia che gestiva la musica leggera italiana e i suoi indotti, festival incluso. Questo racconto musicale ricostruisce anche alcune tappe delle indagini relative alla morte dell’artista ancora avvolta nel mistero, suggerendo al pubblico una verità scomoda e drammatica che ancora sconcerta giornalisti, familiari e amici di uno dei cantautori più innovativi della musica italiana. “Mi chiamo Luigi” è uno spettacolo musicale che grazie alle note alle immagini e alle parole dipinge il ritratto di uno dei più originali e innovativi musicisti italiani,ma soprattutto il carattere poliedrico e catartico di un uomo onesto verso se stesso e verso il suo pubblico.
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