Questa divertente commedia del 1942 è uno dei capolavori meglio riusciti di Peppino De Filippo, tanto che nel 1052 divenne un divertentissimo film, ed ancora oggi è molto rappresentato: il suo tema conduttore è la superstizione.
Molti di noi, si sa, hanno i loro portafortuna, oppure fanno piccoli rituali, che ci fanno sentire più tranquilli e sicuri quando ci troviamo ad affrontare le diverse prove quotidiane. Ma, purtroppo, c’è chi di questi amuleti e rituali ben auguranti ne fa una ragione di vita!
E questo è proprio il caso del protagonista della commedia, il ricco industriale napoletano Gervasio Savastàno. Egli è letteralmente schiavo della sua superstizione, tanto da farne una vera ragione di vita. Oltre a farne le spese sua moglie Teresa e sua figlia Rosina, ne è ingiustamente vittima un suo impiegato,
il ragioniere Belisario, licenziato in tronco da Gervasio che lo considera uno iettatore.
La superstizione del commendatore Gervasio Savastàno non conosce limite né pazienza. Corna facendo e rifacendo, tutto sembra congiurare contro di lui e i suoi affari: i venerdì, i gatti neri, quello iettatore patentato annidato fra i suoi dipendenti. Savastàno non sa più che fare, o forse sì?
Questa divertente commedia del 1942 è uno dei capolavori meglio riusciti di Peppino De Filippo, tanto che nel 1052 divenne un divertentissimo film, ed ancora oggi è molto rappresentato: il suo tema conduttore è la superstizione.
Molti di noi, si sa, hanno i loro portafortuna, oppure fanno piccoli rituali, che ci fanno sentire più tranquilli e sicuri quando ci troviamo ad affrontare le diverse prove quotidiane. Ma, purtroppo, c’è chi di questi amuleti e rituali ben auguranti ne fa una ragione di vita!
E questo è proprio il caso del protagonista della commedia, il ricco industriale napoletano Gervasio Savastàno. Egli è letteralmente schiavo della sua superstizione, tanto da farne una vera ragione di vita. Oltre a farne le spese sua moglie Teresa e sua figlia Rosina, ne è ingiustamente vittima un suo impiegato,
il ragioniere Belisario, licenziato in tronco da Gervasio che lo considera uno iettatore.
La superstizione del commendatore Gervasio Savastàno non conosce limite né pazienza. Corna facendo e rifacendo, tutto sembra congiurare contro di lui e i suoi affari: i venerdì, i gatti neri, quello iettatore patentato annidato fra i suoi dipendenti. Savastàno non sa più che fare, o forse sì?
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