Al buio, durante la notte, la differenza tra realtà e immaginazione svanisce. Qui incontriamo Phobos, il Dio greco della paura, armato di fulmine, che ci guida attraverso una performance delirante. Durante questo viaggio, la paura si alterna all’umorismo e alla sorpresa, perché a volte le cose non sono sempre come sembrano.
Per Phobos, i coreografi marsigliesi Vito Giotta (IT) e Angel Martinez Hernandez (ES) della compagnia Labotilar, in collaborazione con la Compagnia Eleina D (IT) e il loro coreografo Vito Cassano, studiano l’aspetto della paura in relazione alle proprie radici mediterranee. Ispirati dai dipinti “L’enigma dell’ora” del pittore italo-greco Giorgio de Chirico e “La persistenza della memoria” del pittore spagnolo Salvador Dalì, i coreografi approfondiscono l’idea di un legame tra paura realistica e situazioni oniriche. I ricordi personali dei ballerini – che fanno parte del terreno fertile della performance – danno forma a questa idea e fanno il collegamento con i ricordi oscuri e appiccicosi del passato di Dalì e la paura addormentata di De Chirico di ciò che potrebbe accadere. Continuando il viaggio attraverso un mondo assurdo e affascinante, incontriamo le conseguenze delle loro storie spaventose. I corpi dei ballerini tremano, tremano e vibrano. I loro movimenti rivelano schemi universali, portando a riflettere su ciò che ci spaventa e se saremo in grado di connetterci attraverso le nostre paure.
Al buio, durante la notte, la differenza tra realtà e immaginazione svanisce. Qui incontriamo Phobos, il Dio greco della paura, armato di fulmine, che ci guida attraverso una performance delirante. Durante questo viaggio, la paura si alterna all’umorismo e alla sorpresa, perché a volte le cose non sono sempre come sembrano.
Per Phobos, i coreografi marsigliesi Vito Giotta (IT) e Angel Martinez Hernandez (ES) della compagnia Labotilar, in collaborazione con la Compagnia Eleina D (IT) e il loro coreografo Vito Cassano, studiano l’aspetto della paura in relazione alle proprie radici mediterranee. Ispirati dai dipinti “L’enigma dell’ora” del pittore italo-greco Giorgio de Chirico e “La persistenza della memoria” del pittore spagnolo Salvador Dalì, i coreografi approfondiscono l’idea di un legame tra paura realistica e situazioni oniriche. I ricordi personali dei ballerini – che fanno parte del terreno fertile della performance – danno forma a questa idea e fanno il collegamento con i ricordi oscuri e appiccicosi del passato di Dalì e la paura addormentata di De Chirico di ciò che potrebbe accadere. Continuando il viaggio attraverso un mondo assurdo e affascinante, incontriamo le conseguenze delle loro storie spaventose. I corpi dei ballerini tremano, tremano e vibrano. I loro movimenti rivelano schemi universali, portando a riflettere su ciò che ci spaventa e se saremo in grado di connetterci attraverso le nostre paure.
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