Passione, sudore e conflitti di una giovane compagnia teatrale alle prese con la creazione di una nuova produzione. Devono mettere in scena la tragedia di William Shakespeare “Amleto”, una delle tragedie più conosciute del teatro. E così, sprovvisti di mezzi finanziari e solo in due, devono creare e provare il loro nuovo spettacolo. I ruoli professionali degli attori si intrecciano con i loro caratteri man mano che si realizza l’opera dell’Amleto.
Più si va avanti nella tragedia e più si scontrano le differenti visioni del mestiere, dell’arte e della vita, fino a che Amleto prende vita quasi senza rendercene conto attraverso i componenti stessi della compagnia. Così come fa Amleto nell’opera di Shakespeare, con La trappola per topi, anche noi, ci serviamo di una compagnia di Comici per portare alla luce alcune delle verità celate nella tragedia.
Centro nevralgico di tutta la rappresentazione è senza dubbio il parallelismo tra “l’essere e non essere” di Amleto e quello degli interpreti, che alla fine del loro turno di prove giungono alla essenza del loro essere attori, nella convinzione del proprio agire e del proprio mestiere.
Passione, sudore e conflitti di una giovane compagnia teatrale alle prese con la creazione di una nuova produzione. Devono mettere in scena la tragedia di William Shakespeare “Amleto”, una delle tragedie più conosciute del teatro. E così, sprovvisti di mezzi finanziari e solo in due, devono creare e provare il loro nuovo spettacolo. I ruoli professionali degli attori si intrecciano con i loro caratteri man mano che si realizza l’opera dell’Amleto.
Più si va avanti nella tragedia e più si scontrano le differenti visioni del mestiere, dell’arte e della vita, fino a che Amleto prende vita quasi senza rendercene conto attraverso i componenti stessi della compagnia. Così come fa Amleto nell’opera di Shakespeare, con La trappola per topi, anche noi, ci serviamo di una compagnia di Comici per portare alla luce alcune delle verità celate nella tragedia.
Centro nevralgico di tutta la rappresentazione è senza dubbio il parallelismo tra “l’essere e non essere” di Amleto e quello degli interpreti, che alla fine del loro turno di prove giungono alla essenza del loro essere attori, nella convinzione del proprio agire e del proprio mestiere.
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