Scegliendo come prima chiave drammaturgica la favola della piccola fiammiferaia (La bambina dei fiammiferi, Hans Christian Andersen), lo spettacolo ripercorre sinteticamente alcuni temi classici della letteratura per l’infanzia, associandoli ad ambienti visivi costruiti attraverso citazioni dall’arte figurativa. Immagini dalla nostra storia dell’arte elaborate al computer e videoproiettate su scene, oggetti, figure ed attori.
Accendendo i fiammiferi -la propria immaginazione-, la piccola sognatrice apre il sipario di un luogo fantastico, dove si intrecciano storie: insieme visioni dell’arte, della letteratura, del teatro. Il sipario è la finestra dei desideri; la fiammella è l’anima che illumina ed ispira la scena. Il teatro, scatola delle meraviglie, interpreta la realtà attraverso l’immaginazione.
Poi appare Arlecchino, rappresenta il colore e la gioia di vivere; la fiammiferaia s’innamora di lui, lo rincorre nel groviglio delle storie e delle immagini che attraversa. Ne La bella addormentata è il principe azzurro che la risveglia con un bacio, poi la conduce in Hansel e Gretel, Biancaneve e i sette nani, I tre porcellini, Cappuccetto Rosso… e intorno, il mondo fantastico di Dadd, Arcimboldo, Botero, Ernst, Magritte, Dalì, Mondrian, Klee, Burri. In questa storia, le bugie di Pinocchio, sono i ready made di Duchamp e Il Piccolo Principe abita il mondo sospeso di Mirò.
Tutto è possibile dentro un teatro illuminato dall’immaginazione. Nei bagliori dei fiammiferi, come nell’arcobaleno di Arlecchino e degli artisti, c’è un messaggio di speranza. La poesia illumina il freddo della vita e della mente. La primavera scioglie la neve. Il teatro ha svolto la sua funzione. Anche la crudezza delle favole diventa lieto fine. I tagli di Fontana squarciano la pelle di un lupo-teatro ingordo di colori. La finzione è svelata, il sogno diventa realtà. Felici e contenti… Arlecchino e la bambina escono di scena, per entrare nella vita vera ed abbracciare i bambini del pubblico
Scegliendo come prima chiave drammaturgica la favola della piccola fiammiferaia (La bambina dei fiammiferi, Hans Christian Andersen), lo spettacolo ripercorre sinteticamente alcuni temi classici della letteratura per l’infanzia, associandoli ad ambienti visivi costruiti attraverso citazioni dall’arte figurativa. Immagini dalla nostra storia dell’arte elaborate al computer e videoproiettate su scene, oggetti, figure ed attori.
Accendendo i fiammiferi -la propria immaginazione-, la piccola sognatrice apre il sipario di un luogo fantastico, dove si intrecciano storie: insieme visioni dell’arte, della letteratura, del teatro. Il sipario è la finestra dei desideri; la fiammella è l’anima che illumina ed ispira la scena. Il teatro, scatola delle meraviglie, interpreta la realtà attraverso l’immaginazione.
Poi appare Arlecchino, rappresenta il colore e la gioia di vivere; la fiammiferaia s’innamora di lui, lo rincorre nel groviglio delle storie e delle immagini che attraversa. Ne La bella addormentata è il principe azzurro che la risveglia con un bacio, poi la conduce in Hansel e Gretel, Biancaneve e i sette nani, I tre porcellini, Cappuccetto Rosso… e intorno, il mondo fantastico di Dadd, Arcimboldo, Botero, Ernst, Magritte, Dalì, Mondrian, Klee, Burri. In questa storia, le bugie di Pinocchio, sono i ready made di Duchamp e Il Piccolo Principe abita il mondo sospeso di Mirò.
Tutto è possibile dentro un teatro illuminato dall’immaginazione. Nei bagliori dei fiammiferi, come nell’arcobaleno di Arlecchino e degli artisti, c’è un messaggio di speranza. La poesia illumina il freddo della vita e della mente. La primavera scioglie la neve. Il teatro ha svolto la sua funzione. Anche la crudezza delle favole diventa lieto fine. I tagli di Fontana squarciano la pelle di un lupo-teatro ingordo di colori. La finzione è svelata, il sogno diventa realtà. Felici e contenti… Arlecchino e la bambina escono di scena, per entrare nella vita vera ed abbracciare i bambini del pubblico
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