Lo spettacolo si ispira a fatti realmente accaduti durante la seconda guerra mondiale nel campo di transito di Westerbork, in Olanda, dove per una strana coincidenza si ritrovano i maggiori attori comici del tempo, tuti ebrei. Fu costruito un teatro dove questi dovevano esibirsi in spettacoli leggeri di intrattenimento in cambio di una momentanea immunità dai campi di sterminio. Gli attori esplorano meccanismi della risata muovendosi su un terreno delicatissimo, omaggiando l’umorismo che storicamente riuscì a ‘rovesciare la scansione del lutto’. Un’operazione che racconta da una prospettiva inusuale il dramma della shoah e che mostra come, anche in un contesto di morte e sofferenza, l’arte e la risata si fecero spazio per aiutare a sopravvivere.
“Un po’ per celia, un po’ per non morire!” diceva Ettore Petrolini citando Madama Butterfly. E non è proprio per esorcizzare la morte che l’uomo, o qualcuno più su, ha inventato la risata?
E cosa c’è di meglio, allora, che cambiare una brutta tragedia, il famoso Amleto di Shakespeare, in una farsa che possa far morire… dal ridere? Tre strampalati attori comici ci proveranno disperatamente in una misteriosa corsa contro il tempo: vaudeville, teatro comico futurista, kabarett, avanspettacolo, rivista, umorismo yiddish sono mescolati in un gran pentolone con le parole del bardo inglese.
Lo spettacolo si ispira a fatti realmente accaduti durante la seconda guerra mondiale nel campo di transito di Westerbork, in Olanda, dove per una strana coincidenza si ritrovano i maggiori attori comici del tempo, tuti ebrei. Fu costruito un teatro dove questi dovevano esibirsi in spettacoli leggeri di intrattenimento in cambio di una momentanea immunità dai campi di sterminio. Gli attori esplorano meccanismi della risata muovendosi su un terreno delicatissimo, omaggiando l’umorismo che storicamente riuscì a ‘rovesciare la scansione del lutto’. Un’operazione che racconta da una prospettiva inusuale il dramma della shoah e che mostra come, anche in un contesto di morte e sofferenza, l’arte e la risata si fecero spazio per aiutare a sopravvivere.
“Un po’ per celia, un po’ per non morire!” diceva Ettore Petrolini citando Madama Butterfly. E non è proprio per esorcizzare la morte che l’uomo, o qualcuno più su, ha inventato la risata?
E cosa c’è di meglio, allora, che cambiare una brutta tragedia, il famoso Amleto di Shakespeare, in una farsa che possa far morire… dal ridere? Tre strampalati attori comici ci proveranno disperatamente in una misteriosa corsa contro il tempo: vaudeville, teatro comico futurista, kabarett, avanspettacolo, rivista, umorismo yiddish sono mescolati in un gran pentolone con le parole del bardo inglese.
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