Questa è la storia dei sacrificabili del Capo di Leuca del secolo scorso.
Domenica Orlando, detta Mimì, un’operaia di 50 anni, ragazza madre, impiegata nel cravattificio della sua città, è sul tetto della fabbrica, a difendere il suo lavoro e quello delle donne del Capo dalla nuova prevista delocalizzazione. Il racconto dei suoi cinquant’anni di vita, dall’emigrazione in Svizzera al ritorno in patria e alla lotta per la quotidiana sopravvivenza, si intreccia a quello del nostro Paese e alle vicende che hanno segnato la storia dell’Italia nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Alla voce di Mimì si contrappone quella della figlia Arianna, giovane donna del sud in cerca di un destino diverso da quello della madre. La versione per il teatro sceglie infatti, per raccontare questa storia, di dare voce alle due donne, madre e figlia. La giovane Arianna si troverà ad interrogarsi sull’origine della sua stessa esistenza, tanto da decidere, come medico, di implicarsi in prima persona nel sostegno dei diritti dei malati di ternitti. Si renderà conto presto di come la sudditanza culturale oltre che economica di quei territori sia all’origine, oggi come allora, di tanti scempi e sopraffazioni.
Questa è la storia dei sacrificabili del Capo di Leuca del secolo scorso.
Domenica Orlando, detta Mimì, un’operaia di 50 anni, ragazza madre, impiegata nel cravattificio della sua città, è sul tetto della fabbrica, a difendere il suo lavoro e quello delle donne del Capo dalla nuova prevista delocalizzazione. Il racconto dei suoi cinquant’anni di vita, dall’emigrazione in Svizzera al ritorno in patria e alla lotta per la quotidiana sopravvivenza, si intreccia a quello del nostro Paese e alle vicende che hanno segnato la storia dell’Italia nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Alla voce di Mimì si contrappone quella della figlia Arianna, giovane donna del sud in cerca di un destino diverso da quello della madre. La versione per il teatro sceglie infatti, per raccontare questa storia, di dare voce alle due donne, madre e figlia. La giovane Arianna si troverà ad interrogarsi sull’origine della sua stessa esistenza, tanto da decidere, come medico, di implicarsi in prima persona nel sostegno dei diritti dei malati di ternitti. Si renderà conto presto di come la sudditanza culturale oltre che economica di quei territori sia all’origine, oggi come allora, di tanti scempi e sopraffazioni.
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