Zoé è uno spettacolo che nasce all’interno del progetto Genealogia. Il suo processo consiste nella costruzione di un alfabeto di segni che possano divenire linguaggio coreografico. Una ricerca dalla natura installativa, come si evince anche nei lavori precedenti di Luna Cenere, a cui si aggiunge il carattere relazionale di un gruppo che si fa espressione e luogo, paesaggio in trasformazione e migrazione. Proseguendo nella sua ricerca su un corpo che giace nella condizione di nudità Luna ne fa emergere il potenziale metafisico, animale e sociale.
Zoé è la costruzione di uno spazio in cui una piccola comunità è riportata al grado zero della vita. Uno spazio di ‘riflessione’ sul corpo e sull’esistenza che nella sua nudità si offre allo sguardo, umana, animale, spersonalizzata, acefala. In questo lavoro i corpi si fanno a loro volta spazio, architettura e paesaggio in costante trasformazione. Osserviamo una comunità che si interroga su se stessa nel momento in cui agisce e si sostiene nella ricerca di gesti essenziali tracciando il suo percorso in un’isola surreale. Il tempo lento e condiviso permette allo sguardo di cogliere il i dettagli del gesto, il respiro dei corpi e il suo propagarsi nello spazio senza mai perdere la percezione di un unicum in continua evoluzione. Il gesto coreografico diventa affermazione di esistenza e trova nell’arte performativa il suo luogo di massima di espressione. La coreografia è una scrittura sui corpi e dei corpi che in questo caso diventa declinazione delle forme e significati della loro vita nuda. La memoria collettiva e le coscienze dell’oggi sono chiamati a interpretarne i segni. Emergono domande di tipo politico, sociale, culturale strettamente legate al tema del corpo contemporaneo, alle quali il processo non ha il compito di rispondere ma piuttosto di farle emergere per toccare e turbare.
Zoé è uno spettacolo che nasce all’interno del progetto Genealogia. Il suo processo consiste nella costruzione di un alfabeto di segni che possano divenire linguaggio coreografico. Una ricerca dalla natura installativa, come si evince anche nei lavori precedenti di Luna Cenere, a cui si aggiunge il carattere relazionale di un gruppo che si fa espressione e luogo, paesaggio in trasformazione e migrazione. Proseguendo nella sua ricerca su un corpo che giace nella condizione di nudità Luna ne fa emergere il potenziale metafisico, animale e sociale.
Zoé è la costruzione di uno spazio in cui una piccola comunità è riportata al grado zero della vita. Uno spazio di ‘riflessione’ sul corpo e sull’esistenza che nella sua nudità si offre allo sguardo, umana, animale, spersonalizzata, acefala. In questo lavoro i corpi si fanno a loro volta spazio, architettura e paesaggio in costante trasformazione. Osserviamo una comunità che si interroga su se stessa nel momento in cui agisce e si sostiene nella ricerca di gesti essenziali tracciando il suo percorso in un’isola surreale. Il tempo lento e condiviso permette allo sguardo di cogliere il i dettagli del gesto, il respiro dei corpi e il suo propagarsi nello spazio senza mai perdere la percezione di un unicum in continua evoluzione. Il gesto coreografico diventa affermazione di esistenza e trova nell’arte performativa il suo luogo di massima di espressione. La coreografia è una scrittura sui corpi e dei corpi che in questo caso diventa declinazione delle forme e significati della loro vita nuda. La memoria collettiva e le coscienze dell’oggi sono chiamati a interpretarne i segni. Emergono domande di tipo politico, sociale, culturale strettamente legate al tema del corpo contemporaneo, alle quali il processo non ha il compito di rispondere ma piuttosto di farle emergere per toccare e turbare.
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