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PLAYING LIKE PHIDIAS

DUO D’EDEN / COME UNA PROMESSA / GROSSE FUGUE

DUO D’EDEN: In Duo d’Eden due danzatori della MMCDC interpretano un pezzo di rara bellezza, creato nel 1986 da Maguy Marin. Semplicemente un uomo e una donna, tute color carne che mettono in evidenza la loro nudità, avvinghiati l’un l’altro per tutta la durata del brano, con continue evoluzioni di lei sul corpo di lui. Un Adamo ed Eva immersi in un percorso di sensualità, eros, difesa, attacco, in un mondo non così tranquillo, sicuro e idilliaco. COME UNA PROMESSA: Come una promessa rappresenta un cammino personale, alla ricerca di una circolare armonia. Il corpo si muove cercando una fluidità che non ha né inizio né fine nella forma, e che mira a rappresentare l’idea di un insieme armonioso a cui tutti aneliamo nella vita. L’unità armoniosa delle linee, dei suoni e delle emozioni contiene in sé l’intrinseca bellezza del movimento, che ci spinge a promettere a noi stessi di cercare la perfezione assoluta. “L’armonia nascosta vale più di quella che appare.” (Eraclito) GROSSE FUGUE: Realizzata nel 2001 da Maguy Marin, sull’omonima partitura di Beethoven, Grosse Fugue viene riproposta nell’interpretazione di quattro danzatrici della MMCDC: dall’incontro tra loro e la musica, prende forma una complessità tra la crescente forza vitale dell’essere femminile e lo stato di entusiasmo e disperazione di questa partitura. La danza diventa un’esplosione euforica di energia: una metafora della vita che diventa vortice e gara emozionante contro la morte.
BOLERO

Jill Crovisier’s BOLERO is a rhythmic and personal journey of a man who finds slowly his inner voice in his own territory. Compared to the circle of life the roller skates become symbol for the fast progress in our world, the uncertainty and instability it brings with it but also for control and persistence. The dancer will take you on a powerful ride on Ravel’s masterpiece.
FATIGUE

Fatigue è una performance corale, vocale e fisica, sull’atto di andare avanti, che evoca una scalata e una processione. Un corpo plurale affronta la fatica di un movimento fisico e spirituale, in cui respiro e canto sono all’origine della coreografia. L’ascesa è di solito impiegata come metafora per il compimento di un obiettivo o persino per la conquista di nuovi territori, ma se non ci fosse alcuna cima da raggiungere e l’impresa avvenisse su una superficie infinitamente piana? Fatigue mette in scena corpi e voci sotto sforzo, in uno spazio che è al tempo stesso di lotta e di sostegno reciproco, mentre creano un rifugio effimero, prima che il percorso continui oltre lo sguardo degli spettatori.
I(CE)(S)CREAM Boléro Femme

Within a feminist and empowering approach, the theatrical dance piece I(CE) (S)CREAM Boléro Femme, choreographed by Jill Crovisier, is a rhythmic and personal journey of a female identifying performer who slowly finds her inner voice in her own territory, her individual adaptation to the tensions of our contemporary world. Compared to the circle of life the roller skates become a symbol for the fast progress in our lives, the uncertainty and instability it brings with it but stands also for control and persistence. The performer will take you on a powerful and bitter sweet ride on Ravel’s masterpiece.
I “WOULD” I WERE A BIRD: A Song of Yearning.

Un’esplorazione profonda dell’arte del controllo per scoprire la vera libertà, guidata da Roberta Ferrara. Senza una drammaturgia prestabilita, questa creazione si trasforma in un’esperienza di pura energia, un dialogo fluido tra corpo e suono. La musica Thracia non è solo suono, ma un movimento collettivo, un viaggio spirituale. Attraverso il kaval, un flauto che respira melodie antiche, e i lontani echi di battaglie e celebrazioni, emerge un canto che invita l’anima a danzare, a perdersi nei cerchi infiniti dell’horo, dove l’individuo svanisce e il gruppo diventa un cuore pulsante, un corpo in movimento. Il titolo stesso, dalla struttura inusuale, arcaica e poetica, richiama l’inglese letterario e si trova nei testi poetici per evocare toni nostalgici o romantici, creando un’aura autentica, un atto di resa e di elevazione che si riflette negli occhi di chi osserva. Una danza che non racconta ma vola, che non mostra ma fluttua, trasportando lo spettatore verso una dimensione sospesa.
APPUNTI PER IL SOLE

Appunti per il sole è il nuovo spettacolo di movimento, firmato da Daniele Albanese, per la produzione di Fuorimargine Il progetto artistico, che vede in scena i danzatori Fabio Pronestì e Diego Spiga e il musicista Simon Balestrazzi, prende spunto dal sole, simbolo di forza e energia, ma anche eterno ritorno dell’identico, silente e somma scansione del tempo, incastrato in una ciclicità. Irriducibile. Immersi in una ricorsività sempre rinnovata, i corpi tratteggiano forme che non trovano concrezione, movimenti che disegnano il passaggio tra movimento e energia, in un crescendo esponenziale dei piani di intensità, ripetizione, accumulazioni e variazioni. Tra l’oscurità e i raggi luminosi, la danza si compone in una scrittura lieve, mantenendo un registro ancora sospeso, inafferrabile. Il tappeto sonoro nasce dall’applicazione del concetto di vibrazione/pulsazione solare alla materia acustica, in una dinamica di continua crescita e espansione, capace di mantenere salda la relazione con i corpi dei danzatori, mutuandone e amplificandone ritmi e contro-tempi.
PASO DOBLE

Gli occhi e il sistema nervoso sono responsabili della sensazione, la mente della percezione che è strettamente legata alla memoria. In qualsiasi momento nel nostro campo visivo c’è qualcosa che attira di più la nostra attenzione. La visione influenzata dalla memoria, dall’attenzione, dalla messa a fuoco, dalla scelta. Saper rilassare il nostro sguardo è fondamentale per l’arte di vedere bene. Bryan ragazzo Ecuadoriano ipovedente amante di Michael Jackson e Sara danzatrice con la passione per tutto ciò che è movimento. Paso Doble sperimenta insieme al pubblico diventando testimone di esercizi percettivi, piani che si moltiplicano ispirati a “L’arte di Vedere” di Aldous Huxley in cui l’autore colpito fin da giovane da una grave diminuzione della vista raccoglie pratiche ed esercizi mirati a migliorare la funzione dell’occhio. Abbiamo preso alcune sue pratiche per estenderle al quotidiano in un passo a due tra testo e corpo, sguardo e descrizione, che approfondisce il tema dell’immobilità, della soggettività, del pregiudizio e del movimento come pratica per cambiare prospettiva. Questa ricerca è un ulteriore sviluppo dal lavoro che porto avanti da anni insieme a Giuseppe Comuniello rispetto all’accessibilità di spettacoli di danza attraverso audiodescrizioni poetiche. In questo lavoro l’audiodescrizione sarà in dialogo con la scena, sia per persone non vedenti che vedenti, diventando un testo intrinseco alla drammaturgia.
GESTI EROICI

Un viaggio che porta alla scoperta del proprio super potere, della propria capacità di resilienza. Il supereroe è l’archetipo del proprio viaggio interiore personale. Questa figura, simbolo di un cammino di crescita e trasformazione, attraverso le sue prove, difficoltà e sfide, non solo affronta l’oscurità esterna, ma esplora anche le profondità della propria psiche. Immaginarsi invincibili come i supereroi, sfruttando il corpo e la mente, può incrementare le nostre capacità di affrontare le difficoltà quotidiane. Non serve una maschera o un mantello per sentirsi speciali: ognuno di noi ha talenti unici e un potenziale straordinario.