Uno spettacolo per raccontare cosa voglia dire divenire bambini e bambine, per interrogarsi su quali siano i fattori, culturali e sociali, che guidano l’educazione in relazione al genere.
Lo spettacolo si compone per quadri. Le due attrici e i due attori presenti in scena con i loro corpi danno vita a immagini, azioni e parole che si inseguono e si rincorrono. I corpi degli attori divengono campo di gioco. Gli attori si colorano, si vestono, si travestono, si scambiano di posto.
Da una parte fotografiamo come ancora oggi il maschile e il femminile vengano separati in modo dicotomico.
Rosa e azzurro. Pallone e tutù. Libri da maschi e libri da femmine. Dall’altra proviamo a mostrare come ascoltando l’indole, il carattere, la sensibilità e l’unicità di ognuno le linee di demarcazione saltino.
Come ognuno di noi abbia davanti a sé infinite possibilità, come nessuno si esaurisca nel genere a cui appartiene, come le nostre caratteristiche una volta inserite in uno bicchiere e shakerate non diano come risultato il cromosoma X o il cromosoma Y, ma una serie infinita di sfumature e di colori in grado di comporre una tavolozza grande come il mondo.