“Da poche settimane avevo letto e voltato l’ultima pagina di Furore di J. Steinbeck riscoprendo, dopo quasi tre decenni dalla mia prima lettura, un testo sconvolgente nel suo essere umanissimo, politico e più che mai necessario alla decodifica dei nostri tempi. Finché, davanti ad un caffè, un amico – che poi sarebbe diventato uno dei due interpreti protagonisti di questo studio – mi ha fatto dono di Uomini e Topi dello stesso autore. Questa insistenza dell’autore statunitense a bussare idealmente alla mia porta mi è sembrata meritevole di ogni onore possibile, fino ad accarezzare l’idea di fare di questa piccola fiaba nera il punto di partenza per un testo teatrale calato nella contemporaneità. Dopo sole due settimane di lavoro – una specie di record personale – era già nato il testo di Home Run, in una forma che poco si discosta da quella che è poi confluita nel lavoro della scena. Lontanissimo dall’essere un adattamento di Uomini e Topi, Home Run è una drammaturgia originale che rimette al centro della discussione il rapporto tra lavoro ed essere umano nel contesto sociale e culturale dell’Occidente capitalistico. Ma è anche una storia d’amicizia e d’amore che trova nella deflagrazione l’unico modo per non cedere alla rassegnazione. Una storia che continua a correre, speranzosa e disperata, per le nostre strade con uno zaino giallo sulle spalle. Un omaggio ad un’intera generazione.” Damiano Nirchio