Uno spettacolo capace di suscitare allegria, com’era d’altronde nelle intenzioni dell’autore che ha disseminato La Vedova Allegra di tanti spunti su un canovaccio diplomatico dove non si nascondono desideri segreti e interessi erotici o politici che vengono risolti a ritmo di valzer ma anche di can-can.
Una scansione ritmica di cui ho tenuto conto ricreando un senso di eleganza e di equilibrio della macchina teatrale, capace di cogliere lo slancio tripudiante ed irrazionale di gioiosa evasione. Capace anche di suscitare entusiasmo e voglia di fare festa assieme, abbattendo la quarta parete per favorire scambio ed empatia fra sala e palcoscenico, perché se deve essere festa, festa sia! [Corrado Abbati]