Nella prima parte i danzatori andranno ad interpretare la nascita di un corpo in un mondo fisico, che, evolvendosi attraverso movimenti coreografici, rappresenta il suo ciclo completo di sviluppo, vita e morte.
La conclusione del primo atto rappresenterà l’esaurimento del corpo e del mondo in cui ha vissuto.
Nella seconda parte ci si ritrova in una dimensione metafisica, in cui il corpo in senso stretto non esiste ma simboleggia soltanto il ciclo della vita.
Contrariamente a quanto la danza impone al ballerino, si andrà a ricercare e promuovere il “brutto”, l’orrido, trasformando gli “anti-valori” in qualità apprezzabili, ovvero: L’inspiegabile Hassenso.
I temi dell’intera ricerca provocheranno un conflitto in chi vedrà i risultati, a partire dal titolo dell’opera.
L’idea per il titolo nasce dalla percezione che gli spettatori generalmente applaudano, quando, in scena, vedono o credono di vedere qualcosa di organico e sensato, per questa ragione: “Hassenso”. Si vuole, pertanto, lanciare una sfida: Il pubblico applaudirà per “L’inspiegabile”?