MAGGIO CANTA DALLA

Antonio Maggio, artista versatile del panorama italiano, omaggia uno dei cantautori che maggiormente hanno influenzato e indirizzato il suo percorso artistico e autorale. Lo fa portando in scena un progetto fatto non solo di passione ma anche di ricerca, accostando le liriche dalliane al jazz. Per far ciò, si avvarrà della complicità di due tra i musicisti più blasonati d’Italia: William Greco al pianoforte e Daniele Di Bonaventura al bandoneon. Questo spettacolo è valso ad Antonio Maggio l’invito da parte della “Fondazione Dalla” a esibirsi a Bologna il 4 Marzo (data di nascita di Lucio Dalla) nella casa-museo del compianto cantautore. La scaletta comprende tra i più bei brani dell’artista bolognese e un breve passaggio della scrittura di Maggio, con delle canzoni per le quali Lucio e la sua penna sono stati d’ispirazione. Sarà davvero una “Sera Dei Miracoli” (citando uno dei brani in programma) che spazierà da “Anna e Marco” a “Com’è Profondo Il Mare”, da “Quale allegria” a “Futura”, toccando le tappe più emozionali e significative della carriera di Lucio Dalla.

GUANTI BIANCHI

Antonio ha passato la vita a trasportare opere d’arte. E’ un uomo semplice, ingenuo, involontariamente divertente, che ci parla del suo paese, Colleferro, nato intorno a una fabbrica di esplosivi, della sua famiglia di cassamortari, e del suo incontro con lo zio Cesare, un movimentatore di opere d’arte che sarà decisivo nella sua vita. Raccontando come le ha trasportate, Antonio ci fa capire le opere d’arte con incredibile profondità, perché in tutta la vita ha avuto tempo di guardarsele e riguardarsele, e di capirle meglio dei professori. Con un linguaggio rozzo ma intelligente, commenta le immagini dei capolavori che vediamo proiettate. La sua spregiudicatezza e la sua comicità coinvolgono il pubblico, tutto il pubblico, anche quello più restio. E lo guidano in un viaggio che attraversa due millenni di storia dell’arte, da Pitocrito a Mirò, da Michelangelo a Fontana, da Kessel il Vecchio a Edvar Munch.

OFFICINA

L’officina è un luogo di lavoro, un laboratorio dove tanti strumenti vengono adoperati da una o piú persone per la realizzazione, riparazione, miglioramento di un oggetto/prodotto.Nella performance site-specific OFFICINA, l’oggetto da lavorare e il lavoratore sono la stessa persona, ovvero il performer.In questo progetto l’artista vuole evidenziare l’importanza del lavoro di ricerca e del tempo di sviluppo che c’è dietro una performance, ponendo come risultato finale performativo la sperimentazione stessa della performance.

ZOOLOGIA UNIVERSALE

Una creatura rientra rotolando dall’eternità, un’altra un po’ maldestra cade e resuscita ogni volta, un’altra ancora è un mostro la cui respirazione di balena produce il flusso e il riflusso del mare, poi ancora una con qualcosa di umano ma con una gran coda lunga molti metri e simile a quella di una volpe. Zoologia Universale è un progetto di ricerca coreografica per la creazione di diversi esseri immaginari.Me studiamo l’anatomia, l’alimentazione, la camminata, il colore. Ricerchiamo la giusta trasformazione dello spazio reale al fine di incentivare l’evocazione della creatura in oggetto, la scenografia e le luci saranno fondamentali per ricreare il suo habitat naturale per farla sentire a suo agio.La forza immaginativa è la colonna portante del progetto Zoologia Universale, studiamo grandi animali tranquilli a sangue caldo e dalle abitudini regolari, dotati di anima e a volte della ragione e proviamo a farli vivere qui nella nostra terra creando un ambiente dove possano convivere. 

SECONDO PINOCCHIO

Pinocchio, legato al collo da una catena, ulula al pari di un cane. Alle sue spalle, il burattinaio lo libera ricordandogli che la scena che lo vede braccato dal contadino è stata tolta dal copione. Dal principio si chiarisce quale sarà la cifra dello spettacolo: la finzione è scenicamente dichiarata. Questo permetterà al protagonista di vivere apertamente una relazione giocosa e spontanea con gli animatori. Pinocchio decide di raccontare alcune parti della sua storia e di rappresentarne altre, usando come controfigura una marionetta di legno, che nascerà in una delle prime scene, quando il falegname Geppetto, creerà il suo straordinario figliuolo, già dispettoso e pieno di vita. Quest’ultimo per andare incontro al babbo, affronterà il mare in tempesta scampando alle fauci del pescecane; approderà naufrago sull’isola delle api industriose, dove incontrerà il suo doppio, con il quale parlerà in segreto, come davanti allo specchio. Presto, gli affanni del padre saranno simili a quelli dei due animatori che si ritrovano a correre dietro Pinocchio e a fare mille raccomandazioni puntualmente trasgredite dal monello di legno. Gli animatori sono anche interpreti di alcuni personaggi come il gatto e la volpe, il guidatore del carro e la fatina che prepara la medicina. In questa versione si è scelto di raccontare le vicende più salienti tra le innumerevoli del romanzo originale. Attraverso l’utilizzo degli espedienti teatrali appena descritti, le emozioni e i sentimenti di questa bella storia, sono continuamente attraversati, facendone affiorare l’aspetto paradossale, che suscita ilarità, e al tempo stesso realistico, capace di commuovere. Al finale è riservata la sorpresa di scoprire come accade che Pinocchio diventa un bambino in carne ed ossa.

APPUNTI G

È un ironico e dissacrante spettacolo sulla sessualità. In scena tre note attrici comiche di generazioni differenti, Alessandra Faiella, Rita Pelusio, Lucia Vasini e la giornalista del Corriere della Sera, Livia Grossi. Quattro donne per uno spettacolo che tra monologhi e pezzi corali, un’irresistibile ricetta afrodisiaca e una pagina di cronaca, s’interroga su pregiudizi e luoghi comuni, un viaggio nell’universo sessuale femminile dove risate e informazione diventano la miscela esplosiva per riflettere su un tema dalle mille sfaccettature e implicazioni: dall’accettazione di sé ai ruoli imposti, dal poetico mito della “prima volta” alle sperimentazioni erotiche over 60, ma anche la nuova frontiera dei sex robots e dei chirurghi plastici, prostituzione e diritti negati. Nessun “monologo (corale) della vagina”, piuttosto un‘escursione nelle nostre viscere perché a distanza di 50 anni dalla rivoluzione sessuale la deriva conformista è in agguato, e forse una lucida e consapevole risata la seppellirà.

ORLANDO FURIOSAMENTE SOLO ROTOLANDO

Camicia bianca, una tromba e uno sgabello: è tutto quel che serve per raccontare le vicende dei paladini di Carlo Magno e dei terribili saraceni: accampamenti, cavalieri, dame, duelli, incantagioni, palazzi, armature, destrieri… Un vortice di battaglie ed inseguimenti il cui motore è sempre la passione, vera o presunta, per una donna, un cavaliere, un ideale. Riscoprire il piacere della fabulazione e della fascinazione della parola, il senso di ascoltare delle storie e di ascoltarle assieme ad altri. Arte un tempo assai familiare alla nostra cultura, ormai trascurata se non del tutto dimenticata. Così le parole dei canti e delle ottave di Ariosto prendono nuova vita, un po’ tradite un po’ ri-suonate, e la narrazione avanza tra guizzi di folgorante umorismo e momenti di grande intensità, mescolando origini, tradizioni e dialetti.

PULCINELLA CAVALIERE PER ERRORE

Il re, vittima di un incantesimo di una strega molto malvagia, si prepara alle nozze con essa, fissate per il giorno dopo. A palazzo sono tutti disperati per la cattiva sorte del re e di tutto il regno. Il mago di corte, interpellato dal ciambellano, prevede solo una possibilità per sconfiggere la strega e salvare re e regno: il cavaliere bianco. Intanto, in paese, Pulcinella con la banda dei “Chiaconi” suona una serenata alla bella Teresina, vorrebbe da lei una prova d’amore, ma Teresina è restia e si mantiene sulle sue, tanto più che ha un altro corteggiatore. Il ciambellano si imbatte in Pulcinella e credendolo il cavaliere bianco, lo incarica per la missione importante e l’accompagna nell’antro dove vive la strega… Fra canzoncine, lazzi, equivoci e bastonate il divertimento è assicurato.

HOPUSLEPUS

Una vecchia soffitta; antichi mobili impolverati e contenitori nel buio. Eppure, nell’oscurità, qualcosa si muove; si ode una musica. Uno strano personaggio suona il contrabasso e, nella penombra, delle vecchie bambole si animano e iniziano a danzare. Nella soffitta si crea così un momento sospeso tra musica e magia: il contrabbassista si rivela un mago e gli oggetti trovati in soffitta, a volte sorprendenti, a volte magici a loro volta, danno vita a danze e giochi di prestigio. HopusLepus è uno spettacolo un po’ trasognato, ambientato in un tempo sospeso, che vuole regalare un momento di stupore e incanto ai bimbi ma, anche, al bimbo che resta sempre vivo in ogni adulto, anche se talvolta relegato in un angolino dell’animo.

HANDS JAZZ TRIO

Soulful con alto tasso melodico, potrebbe essere la definizione di questo lavoro piacevole e di qualità, firmato da Hands Jazz Trio, ovvero Antonio Tosques, Marco Contardi e Leo Marcantonio. Il disco, che come recita il titolo Our favorite standards & other, vuole essere una rivisitazione, chitarra-hammond-batteria, di standard noti e meno noti e allo stesso tempo un punto di vista originale tagliato attraverso due brani firmati da Tosques e Contardi: For Jim e Hands Blues.