LA STORIA DI FRANCESCO

Liberamente tratto da La sapienza di un povero di Éloi Leclerc, lo spettacolo racconta l’ultimo periodo della vita di Francesco, quando il Santo entra in crisi e va a rifugiarsi su un eremo, con alcuni frati suoi amici, molto preoccupati per lui. Cerca di ritrovare il suo rapporto con Dio, lotta con sé stesso, cerca di allontanarsi dai nuovi sentimenti che animano la sua comunità: ogni giorno è più difficile rinunciare a tutto per essere coerenti con la Regola e lui fa la guerra a chi vuole possedere cose e beni. Predica e impone l’essenziale. Per la prima volta Francesco mette in dubbio la sua fede mentre incentiva quella degli altri, e anche Chiara lo raggiunge per aiutarlo. Il suo amore per la natura, la ricerca dei percorsi più impervi, l’adorazione delle avversità atmosferiche, racconta l’incontro dell’ecologia interiore con l’ecologia esteriore e il rapporto tra Cielo e Terra, da cui nascono tutte le cose. L’universalità del suo messaggio d’amore, l’umiltà e i temi legati alla spiritualità, alla compassione e alla ricerca di significato nella vita, toccano sempre più il cuore di persone di diverse culture e tradizioni religiose. I valori promossi da San Francesco, come la fraternità, la pace e la giustizia, sono universali e possono risuonare come attuali lezioni di vita.
L’ARRAGO

È la storia di una banda di amici, o gang di bulli, che dir si voglia, della violenza mitizzata e praticata che si portano dentro e di quella di un mondo adulto e sordo che pensa di poterli curare, senza saper ascoltare. Si parte da “Arancia Meccanica”, il grande classico contemporaneo di Anthony Burgess, terrificante e meraviglioso a un sol tempo, per vivere attraverso i racconti dei ragazzi di strada, una Bari cruda, contemporanea, alterata. Una città qualsiasi, che come tante altre, potrebbe facilmente fare da sfondo a episodi come quelli delle tragiche cronache più recenti.
L’ELEFANTINO

Bubu è l’unico maschietto della famiglia e le sue sorelline sono troppo piccole per accudire alla casa, così mamma e papà hanno dato a Bubu l’incarico di lavare tutti i calzini della famiglia. È un lavoro noioso e Bubu, mentre lava, si racconta una storia. Come per magia i calzini prendono vita e si trasformano in animali della giungla che ci racconteranno di come il piccolo elefantino dal piccolo naso, dotato di un’insaziabile curiosità, fu il primo di tutti gli elefanti ad avere la proboscide e di come scoprì quanto gli fosse utile. L’elefantino incontrerà animali di tutti i colori e di tutte le dimensioni, ma soprattutto incontrerà canzoni, perché ogni calzino ha un suono che fa cantare. Sono suoni che ricordano l’Africa, voci che lasciano immaginare la terra, gli alberi o l’acqua verde e limacciosa del fiume. La storia raccontata dall’elefantino è tratta molto liberamente da un racconto di Rudyard Kipling. Immaginazione, sorpresa, curiosità e musica sono gli elementi che animano questo racconto.
STORIA DI UN NO

Storia di un no racconta di Martina che ha 14 anni, una pianta carnivora di nome Yvonne e delle cuffiette bianche. Martina non ha vestiti firmati, non ha il motorino e non ha la mamma. Racconta del papà di Martina e di Alessandro di cui Martina s’innamora praticamente subito. Almeno così lui dice. E’ la storia di un incontro, di un primo bacio che non è come era stato sognato, ma che è bello lo stesso, di famiglie che non sono come le vorremmo, della necessità di considerare l’altra metà della coppia come essere funzionale a noi e ai nostri bisogni… E’ la storia di Martina che sceglie di pensarsi intera e quindi dice basta, creando con la sua consapevolezza una reazione a catena in grado di cambiare le cose.
RITA

Uno spettacolo che affonda le sue radici nella terra pietrosa della Murgia barese, tra ulivi secolari, vigne, piante di fichi d’india e una striscia di mare che si scorge in lontananza tra gli alberi, come in un gioco di specchi tra passato e presente, tra racconto e vissuto, tra parola e azione. Lo spettacolo racconta la storia di una ragazzina come tante che subisce la violenza del padre; di una giovane donna diversa dalle altre che decide di affrontare il suo destino e cambiarlo, abbandonando quella casa teatro di violenza e segreti; di un’anziana che decide di medicare quella ferita antica e pulsante,raccontandola.
LA DEA DEL CERCHIO

La dea del cerchio è una storia di bambini, di giochi nei cortili. Una storia personale che si incrocia con il mondo mitico dell’antica Grecia. Così Marianna riapre la sua scatola dei giochi e torna a quell’estate del 1988. Ogni giorno giocava in cortile con le sue amiche e i suoi amici, sotto la statua della dea Atena, la dea della saggezza, della sapienza, delle arti femminili. La presenza della statua aiutava tutti a rimanere ligi alle regole del gioco, onesticongliavversari.Delgiocodicuieranopiùbrave,lebambinediventavanodee.Mariannaerastataladea del cerchio per tre anni di seguito, fino a quando non è arrivata lei, Elisa.Unastoriasull’invidia,unastoriaincuièfacilericonoscersiperchéprovareinvidianonèsbagliato,èsolo umano.
LA FABBRICA DEL TEMPO

Che cosa pensano i bambini guardando andare e tornare gli adulti dal lavoro ogni giorno? Forse si chiedono che cosa facciano lì, perché ci vanno sempre di corsa, ma soprattutto: perché continuano ad andarci se spesso sembrano tristi? Essere grandi non significa essere liberi di scegliere? Ma nella vita, si ha tempo per scegliere?L’incontro fra le due compagnie, Principio Attivo e La luna nel letto, entrambe attente all’utilizzo del linguaggio del corpo in scena, conduce lo spettatore in un immaginario libero da risposte certe a domande difficili, in cui due clown configgono tra loro come nella vita configgono la dimensione umana e quella materiale, il desiderio e il dovere, il tempo interno e quello esterno che procede inesorabile.
SOQQUADRO

Alba e Aldo, i protagonisti di questo lavoro, sono due anime semplici, due persone ordinate, la cui vita viene sconvolta, capovolta, da un episodio apparentemente senza importanza: un imprevisto inciampo dentro una pozzanghera in un giorno di pioggia.L’acqua è la porta di accesso al mondo di sottosopra, il canale magico attraverso cui Alba e Aldo sprofondano in un luogo onirico, fatto di luci, colori ed emozioni un tempo frequentate.E così, con la levità del gioco, la vita apparirà di nuovo sorprendente, libera dai binari certi e rugginosi in cui si era inconsapevolmente incanalata e darà occasione a tutti noi di ricordare la gioia incontenibile delle meravigliose scoperte dell’infanzia.
MATILDE, LA BALENA ECOLOGICA

Il signor Scazzamureddhu si è preso un giorno di vacanza ed è andato alla sua casa al mare a fare un picnic. Dopo aver mangiato inizia a gettare in mare di tutto: lattine, bottiglie, scatolette, scarpe e infine decide di ripulire la casa e butta in mare anche il vecchio sofà di nonna Peppa e il baule. Nei fondali marini, dove c’è pace e armonia i pesci vedono con sgomento arrivare tanta spazzatura. La balena Matilde osserva triste la scena e decide di agire. Allora mangia tutte le immondizie che arrivano in mare e alla fine stufa di mangiare e di vedere il mare sporco… dà una bella lezione allo sporcaccione. Intanto Marino lo spazzino, che pulisce sabbia e coste, insegna ai bambini a riciclare la spazzatura. Da piatti bottiglie e buste come per magia costruisce un burattino e tante altre belle cose per giocare. Uno spettacolo divertente, ricco di linguaggi diversi : ombre, pupazzi, racconto d’attore e oggetti di scena realizzati con materiale da riciclo, che tra le risate farà riflettere sul tema dell’inquinamento ma anche sul potere della creatività che può operare una trasformazione delle cose brutte e inutili in cose belle e divertenti.
IL GRANDE LEBUSKI SHOW

Il Grande Lebuski, personaggio eccentrico e stravagante, con le sue abilità clownesche, mescolate a tecniche circensi (giocoleria, equilibrismo, acrobatica) e al cabaret, cattura costantemente il pubblico facendolo entrare nel suo mondo bizzarro. Un cerchio di gente in cui la risata diventa presto contagiosa grazie ad un susseguirsi di gags e difficoltà. La ricerca dell’equilibrio è la costante di tutto lo spettacolo, dalle verticali sopra alti bauli, al monociclo, alla giraffa alta 2 metri; ma la vera protagonista dello spettacolo è Graziellina, una minibici alta 30 cm, con la quale affronterà le salite più impervie. Equilibri su alti equilibri lasciano il pubblico affascinato nel vedere Il Grande Lebuski giocolare con clave e torce sulla giraffa tenendo un oggetto in equilibrio sul naso. Un’elevata e coinvolgente comicità che, parodiando l’uomo ed i suoi comportamenti, ci mostra la verità e l’aspetto clownesco che c’è in ognuno di noi.