NERO A METÀ – ospite Raiz

La musica di Pino Daniele, una leggenda della scena musicale italiana, continua a vivere e a respirare attraverso “Nero a metà Experience”, un progetto musicale che si propone di celebrare l’eredità dell’artista napoletano. E’ un incontro intimo con l’anima della musica di Pino Daniele, eseguita da coloro che lo hanno conosciuto e accompagnato nel suo percorso artistico. Gigi De Rienzo, Ernesto Vitolo e Agostino Marangolo, collaboratori storici e parte integrante del suono unico che ha caratterizzato la carriera di Daniele, saranno al centro di questo progetto emozionante. Attraverso di loro, l’essenza delle canzoni di Daniele- con un focus particolare sull’iconico album “Nero a metà”- sarà rivisitata e arricchita da nuove interpretazioni. Ospite della serata il cantante RAIZ
…FINO ALLE STELLE!

“E mica ti cade dal cielo, sai? La felicità, quella… te la devi conquistare!” Così Tonino, cantastorie siciliano dall’animo poetico, musicista istrionico e affabulatore, convincerà Maria, fanciulla dal temperamento apparentemente mite ancora ignara del suo straordinario talento, a seguirlo in un’impresa a dir poco improbabile: scalare l’intero stivale alla ricerca di fama e gloria per arrivare… FINO ALLE STELLE! Un sogno ardito e un po’ folle. Soprattutto negli anni ‘50, in Sicilia e senza un soldo in tasca. Ma talvolta è necessario avere il coraggio di sfidare la sorte per cercare di realizzare i propri sogni, anche a costo di apparire degli illusi. Così, Tonino e Maria, piombati casualmente l’uno nella vita dell’altra, decidono di intraprendere il viaggio. Un viaggio non solo lungo tutta la penisola attraverso regioni, dialetti e leggende, ma anche dentro loro stessi, un viaggio fatto di momenti privati, piccoli dissapori e comiche gelosie… Una commedia musicale romantica, commovente.
LA VEDOVA ALLEGRA 25

Uno spettacolo capace di suscitare allegria, com’era d’altronde nelle intenzioni dell’autore che ha disseminato La Vedova Allegra di tanti spunti su un canovaccio diplomatico dove non si nascondono desideri segreti e interessi erotici o politici che vengono risolti a ritmo di valzer ma anche di can-can.
V’ANGELO

Ci siamo concentrati su tre donne del Vangelo: Maria, la madre di Gesù, Maria Maddalena e la Samaritana. Ci siamo divertiti ad immaginare, mantenendo un parallelismo con le Sacre Scritture, su chi potrebbero essere queste figure oggi. Ippolita Baldini, Federica Castellini e Francesca Porrini, tre donne incasinate, al ritmo di una risata sono pronte a farci entrare in un viaggio alla scoperta di tre donne del Vangelo che hanno stravolto la storia. Si può ridere con Maria, la madre di Gesù, e Maria Maddalena? e la Samaritana? Ma certo! Perché il ruolo delle donne nella Bibbia è da sempre determinante, perché è la donna che fa avanzare la storia. La sfida dello spettacolo è raccontare che le donne della Bibbia sono lontane nel tempo ma vicine a noi nei problemi che affrontano e soprattutto raccontarlo usando la chiave della comicità. Una storia che si apre a tutti, religiosi e non. Una storia che parla di noi, adesso, qui.
SOGNO IN SCATOLA

In scena due attori, un pupazzo e una lunga storia che si srotola tra rime e colori. Uno spettacolo senza tempo, un bambino, o forse tanti, alle prese con una montagna di scatole. La sua immaginazione lo guiderà alla scoperta di luoghi magici e nascosti nei quali tutto può accadere: incontrerà leggendari astronauti e balene canterine, viaggerà tra i pianeti e nel profondo del mare, esplorerà di che cosa sono fatti i sogni.Una scatola può essere la stanza attraverso cui ogni bambino inventa la sua storia. Può essere il mare, il cielo e tutto il firmamento delle stelle. Il posto sicuro nel quale custodire i segreti, raccogliere i sogni e immaginare il mondo.
IL RONZIO DELLE VEDOVE

L’azione si svolge nella camera ardente di Don Giovanni, dove, le sue amanti, ormai vedove, lo piangono e lo ricordano in perfetta armonia e complicità. Leporello, suo fedele servitore, ne tesse le lodi, per poi viscidamente tentare di prenderne il posto nei cuori delle donne e del pubblico o almeno così egli spera. Lo spettacolo nasce e si sviluppa attorno ad una domanda: è giusto condannare all’inferno chi dell’amore ha fatto un capolavoro?
MALDAMOR

Lo spettacolo, sulla vita della poetessa Alda Merini, apre al tema della salute mentale, della salute e del benessere. La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità. Il disturbo mentale è inteso come una sindrome caratterizzata da significativi problemi nel pensiero, nella regolazione delle emozioni, o nel comportamento di una persona, che riflettono una disfunzione dei processi psicologici, biologici o dello sviluppo che compongono il funzionamento mentale. Lo spettacolo affronta il tema sfruttando il potere delle parole, come strumento di congiunzione tra la libertà e la reclusione del manicomio, tra il dentro e il fuori. E proprio grazie all’utilizzo delle parole che Alda è riuscita a sentirsi libera: libera di esprimersi, libera di raccontare i suoi tormenti, libera di affrontare il tema della vita, dell’amore, della famiglia, e della cattiveria della gente. La vera innovazione oggi è la “parola”, quella che riusciamo a scambiare con qualcuno guardandolo negli occhi. La vera innovazione oggi è scambiare uno sguardo con chi ho di fronte. La vera innovazione oggi è ascoltare una storia raccontata da chi è insieme a me, nello stesso posto.
FAR FINTA DI ESSERE GABER

Far finta di essere Gaber-scritto da Salvatore e Francesco Saverio Cosentino, con la collaborazione della Fondazione Gaber- è uno spettacolo intenso e poetico, che tratta con leggerezza temi come la diseguaglianza sociale da globalizzazione; lo svilimento dell’antico e nobile ruolo della politica; la sfrenata e frustrante, ottusa corsa verso uno sviluppo che non è mai progresso; le dittature, i fanatismi, i totalitarismi e le guerre; la crisi delle ideologie e la forse definitiva vittoria del mercato. Con uno sguardo sempre rivolto alla revisione di ogni cieco conformismo, gli autori ed interpreti (papà e figlio), con serrati dialoghi e belle canzoni, raccontano, in modo originale, un pezzo di quella tragi-commedia che chiamiamo vita.
IL CASTELLO 2024

Un viaggio letterario e visionario in una sensibilità d’immaginazione immaginata lungo il sentiero di secoli di preveggenza, di misteri, di labirintiche e tortuose analogie tra l’irrisolto umano e l’adulta ipertrofia di un mondo immaginario. Si scoprono così, attraverso le opere di Italo Calvino, le mille possibilità del vagare tra i labirintici corridoi della fantasia letteraria alla ricerca della soluzione ai rebus combinativi delle narrazioni, bivi continui con conseguenti, infinite, soluzioni, invenzioni, diremmo, così stimolanti per chi voglia avventurarsi nel cosmo inatteso e precipitato della combinazione di eventi. Il Castello vuol essere un omaggio, dunque, al famoso scrittore italiano, pur non ispirandosi da alcuna sua opera in particolare, vuol prendere in prestito l’amore per la sperimentazione, la scrittura, forse, un po’ fine a sé stessa, un rimando continuo all’avventurosa voglia di trasgressione, l’amore conciliante per i pensieri lambiccanti. Restare dentro un movimento circolare e vorticoso, come a volersi friggersi il corpo su un rovente crogiolo, per poter scoprire, amorevolmente, la passione totalizzante per la leggerezza.
BRUCIATELI TUTTI

Il 14 Aprile 2008, mi trovavo insieme ad alcuni amici e colleghi a replicare uno spettacolo in cui credevamo molto, per i contenuti che cercava di divulgare ma anche per i linguaggi teatrali scelti. Il titolo era “Di buona Costituzione!” ed era nato tre anni prima dalla richiesta specifica di una insegnante di Diritto che chiedeva il supporto del Teatro per sottolineare il valore della nostra Carta Costituzionale. Quel giorno lo spettacolo, tenutosi nell’aula magna di una scuola della periferia milanese, continuò con un dibattito dai toni accesi sul tema delle migrazioni verso l’Italia, che si chiuse con la frase di uno studente, fattosi portavoce del gruppetto d’appartenenza, che urlò con convinzione “Bruciateli tutti!”. Quello stesso giorno si concludeva lo spoglio dei voti per l’elezione del nuovo Governo, intuimmo senza difficoltà chi potesse aver vinto la tornata elettorale. Il vento nero che aveva appena inziato a soffiare sull’Europa aveva raggiunto anche l’Italia e qualcuno era pronto a cavalcarlo. Questo spettacolo racconta come negli ultimi anni la “costruzione del nemico” sia servita a rafforzare quella politica priva di scrupoli e indifferente al dolore altrui che in un momento di difficoltà del Paese non ha avuto problemi a trovare i propri sostenitori alimentando vecchie e nuove forme di razzismo. Gli strumenti principali sono stati la “parola” e i nuovi mezzi per diffonderla. Per mostrare come questa deriva populista sia pericolosa si ricorderanno i casi eclatanti del Rwanda del 1994 e del Myanmar del 2017 per poi tornare a noi e fare i conti con le nostre vittime, centinaia di sconosciute vittime causate dall’odio immotivato fomentato da chi irresponsabilmente vuol dare un volto al nemico.