ALMOST BLUE Tour e Album

Dopo JONI, Rossana Casale torna al jazz con un nuovo album e tour intitolato ALMOST BLUE, un progetto concept incentrato sul colore blu e sui brani, le parole che il jazz ha dedicato al suo significato più profondo. Rossana Casale voce, Carlo Atti sax tenore, Luigi Bonafede pianoforte, Alessandro Maiorino contrabbasso, Enzo Zirilli batteria. Nel linguaggio comune, il blu è il colore della malinconia e della speranza. Dal sentimento blu nasce il blues, quello che ha le sue radici nei canti degli schiavi dei campi di cotone, nella speranza di libertà e di rivalsa. ‘Il blues è più di un colore, è un gemito di dolore, il sapore del conflitto, un ritornello triste ma anche un gioco a cui gioca la vita’( ndr. brano All blues- Kind of Blue M. Davis 1959) Ed è il colore blu, metafora di spiritualità e trascendenza, di tranquillità e del silenzio, della contemplazione, il concept del nuovo progetto di Rossana Casale in uscita a Giugno 2024 per Egea Music. “Qualche mese fa, mentre facevo una lunga passeggiata sul mare, in una giornata di quelle dove non sai dire come stai veramente”, racconta la Casale,” osservando l’incontro netto tra acqua e cielo, mi sono ritrovata a cantare tra me e me il brano Blue Skies di Irvin Berlin e di conseguenza a scorrere con la mente tutti i brani jazz che all’interno del loro titolo o testo nominassero la parola blue. Dalle ballads più malinconiche come Little girl blue, che cantava Nina Simone nel suo primissimo album del 59 o Am I blue portata al successo da Ethel Waters, a Almost Blue di Elvis Costello cantata dalla voce di velluto di Chet Baker, Blue in green, brano mistico di Miles Davis, ai brani più carnali e astratti come Afro Blue di Coltrane o divertenti come Blue Rondo a la Turk di Dave Brubeck che anche Al Jarreau ha portato a successo negli anni 80’ giocando sul testo stesso. Me ne sono venuti in mente tantissimi. Così mi è nata l’idea di creare un lavoro interamente volto a sviscerare quella parola così giustamente rivolta al jazz e al musicista che la libera dalle sue prigioni che la vogliono solo triste. Non è solo così ” Rossana Casale sceglie i brani che il jazz ha dedicato a ‘The color of colors’, come lo definiva Miles Davis e crea il suo nuovo progetto in-jazz aggiungendo l’inedito ‘Shades of blue’, scritto a quattro mani con il musicista Luigi Bonafede. Un ritorno al jazz più puro, quello della Casale, dopo diversi anni (Jazz in me 1994, Billie Holiday in me 2004), nonostante lo strsso jazz abbia sempre fatto da casa ai suoi albums dedica (Jaques Brel in me 1999, Strani Frutti 2000, Il Signor G e l’Amore 2013, Round Christmas 2016, JONI 2022). Con lei grandi jazz men con lunghe carriere in Italia e all’estero, musicisti eccelsi che tornano dal suo passato e con i quali ha condiviso albums e tours. Sono: Carlo Atti al sax tenire, Luigi Bonafede al pianoforte, Enzo Zirilli alla batteria e nuova conoscenza, Alessandro Maiorino al contrabbasso.
Spettacolo di rassegna Y

IL CANTO DI ULISSE da l’Odissea di Omero

«Andiamo a fare un viaggio nella terra dei Giganti? Volete imparare dalla Maga Circe gli ingredienti per fare la pozione magica che trasforma gli uomini in animali? Sapete come si chiama l’indovino cieco che prevede il futuro? Sapete dove possiamo trovare Tiresia? Avete mai sentito il famoso canto delle Sirene? Lo vorreste sentire? Sapete quanti piedi ha il drago Scilla? Dodici! E quante teste? Sei!!!» Flavio Albanese inizia così il suo viaggio nel mondo di Ulisse, invitando gli spettatori ad “entrare” nell’Odissea e nel suo immaginario, popolato da Eroi, Dei, creature magiche e suoni. Protagonista dello spettacolo è la parola in prosa e in versi che alternata ai canti suggestivi del quartetto vocale Faraualla, che da anni si impegna nella ricerca della musica etnica e dell’uso della voce come “strumento”, darà vita e corpo al nostro viaggio nel mito. Alterneremo dunque la tecnica di narrazione ad alcuni dei più famosi versi dell’odissea in un continuo gioco di ritmi e di canti capaci di spostare l’attenzione del pubblico dal passato al presente in un vortice che ci permetterà di incontrare Atena, Polifemo, Circe, Scilla e Cariddi, Tiresia…fino alla morte di Antinoo e risvegliarci in platea con la sensazione di aver parlato con Ulisse in persona.
IL SIGNOR PIRANDELLO È DESIDERATO AL TELEFONO

“Eccomi, sono Fernando Pessoa, o così mi hanno detto di essere” Così si presenta al suo pubblico un vecchio attore, accompagnato da un suonatore cieco di organetto, che si ritrova a recitare la sua, forse, ultima commedia. O dramma, chissà… Il duo, coppia simil-beckettiana un tempo di successo, si ritrova a fare spettacolo davanti ai pazienti di una clinica psichiatrica, scritturato dal suo direttore nella speranza che una pièce possa dare un po’ di conforto ai degenti. Il monologo dell’attore, in un finto dialogo con i pazienti, con l’organettista e – soprattutto – con sé stesso, si snoda toccando i più svariati temi dell’esistenza umana: finzione e rappresentazione, vita e morte, follia, amore, illusione e rimandando a quegli elementi della poetica di Luigi Pirandello e di Fernando Pessoa, i due grandi autori del novecento più volte citati nell’ opera, così cari all’autore. Il flusso tragicomico ed emozionale messo in scena dalla buffa coppia, tra confessioni deliranti, numeri da avanspettacolo e assoli di organetto, andrà a creare una vera e propria “sinfonia poetica”, nella quale lo spettatore-paziente non potrà, almeno a tratti, non rispecchiarsi.
VOCI DEL SUD

Un dittico che vede protagonisti la musica salentina di Marco Mariano alle percussioni e Valentina Sciurti con le sue capacità vocali, che in due momenti diversi incontreranno la danza di Roberto Lori, con una gestualità creata appositamente per le performance interpretate sia dai danzatori della compagnia degli istanti che dai giovani danzatori del territorio. La ricerca musicale del percussionista Marco Mariano è incentrata sull’utilizzo degli strumenti a percussione per stili musicali differenti, che per questa occasione rivisiterà in chiave contemporanea alcuni brani noti dei Buona Vista Social Club. La performance live vocale e sonora di Valentina Sciurti ritrae una foresta di voci dove un paesaggio sonoro evoca ambienti antichi e selvatici alternando percezioni d’ambienti diurni e notturni abitati da climi in continuo divenire, ispirandosi in particolare ai venti che abitano il Salento: il libeccio, lo scirocco e la tramontana. Attraverso ritmi battuti e sospesi le atmosfere restituiscono sonorità ipnotiche di contaminazione orientale e matrica, codici eredati dal territorio attraverso le innumerevoli influenze culturali che lo hanno abitato nel corso dei secoli. Questa tessitura vocale live, creata attraverso l’uso di strumenti elettronici, si intreccia con la scrittura coreografica che ne amplifica l’esperienza sensoriale dando vita ad una performance multi espressiva dove corpo vocale e corpo danzato vivono in profonda relazione.
VOCE UMANA

Lo spettacolo consiste in una serie di quadri, episodi composti da un monologo ed una canzone. Ogni quadro sviluppa una narrazione, una riflessione o un aneddoto che porta a un brano musicale pertinente, eseguito da Voce e Chitarra. La novità che impreziosisce lo spettacolo è l’anteprima assoluta di qualche brano inedito che anticipa l’uscita del nuovo concept album di Finardi, prevista in primavera. La narrazione primaria che lega i vari quadri è un racconto imperniato sul potere della Voce. La voce che incita, quella che placa, quella che inquieta e quella che lenisce. Le voci degli amici con cui ho condiviso cinque decenni. Demetrio Stratos, Battiato, Alice, Fabrizio De André… Il tutto creando un percorso emozionale in crescendo, scandito dai brani più conosciuti ma anche da riflessioni sui temi che da sempre intrigano l’umanità. La spiritualità, il caso, il senso, l’amore… Con Finardi, sul palco, Giovanni “Giuvazza” Maggiore, eclettico chitarrista e sound designer, che parteciperà attivamente anche alla parte teatrale e alle sonorizzazioni. Quadri in cammino, colori e apparizioni evocative ad impreziosire il racconto.
SWING STRINGS

Al Teatro Giordano di Foggia, un viaggio musicale unico, dove le sonorità del violino jazz di Jeremy Cohen e quello di Marcello De Francesco si incontrano in un dialogo affascinante, accompagnati dall’Open Quartet. Il programma del concerto alterna brani inediti e duetti celebri, restituendo centralità al violino jazz, unendo tecnica e improvvisazione. Un evento imperdibile per gli amanti del jazz e della musica dal vivo.
PETER E WENDY 2024

L’ispirazione viene dalle avventure di Peter e Wendy e dall’atmosfera misteriosa del primo romanzo di James Matthew Barrie, Peter Pan nei Giardini di Kensington dove il sentimento autobiografico di una mancanza incolmabile spinge l’autore a creare un mondo parallelo, l’isoladelmaipiù, Neverland, un posto dove finiscono le cose dimenticate dai grandi. È qui che Wendy sente il desiderio di crescere, senza recidere quel legame con la propria infanzia: una finestra che chiudiamo diventando grandi e che, invece, dovremmo tenere aperta, in contatto con la nostra realtà e il nostro essere adulti. In Peter Pan capiamo che è ancora possibile continuare a credere: nei pirati, nella polvere di stelle, nella capacità di volare.
I TRE PORCELLINI – ACCETTELLA
I tre porcellini è un classico della tradizione inglese la cui prima versione (a cui lo spettacolo si riferisce) risale al 1843 circa. Per difendersi da questo essere malvagio il porcellino più piccolo costruisce una casetta con la paglia e il mediano con la legna: entrambi ergono i loro rifugi in fretta, in modo da poter rimanere più tempo possibile per dedicarsi ai giochi. Pagheranno la loro superficialità quando il lupo, distruggendo le case in un sol soffio, se li mangerà avidamente. Il fratellino più grande invece, con fare saggio e prevedendo la pericolosità e l’astuzia del lupo, costruisce una solida casa di mattoni e, alla fine riesce a sconfiggerlo. “I tre porcellini” insegna in modo molto divertente e drammatico che non bisogna essere pigri e prendercela comoda, e che la sopravvivenza dipende da un lavoro unito alla capacità di essere previdenti.
LE FAVOLE DELLA SAGGEZZA
Tra maschere e semplici elementi di scena prendono vita le più famose favole di animali parlanti che dall’antichità hanno attraversato i secoli e le civiltà e che ancora oggi continuiamo ad amare sin dalla prima infanzia: La volpe e l’uva, La volpe e la Cicogna, Il Lupo e l’Agnello, La volpe e il Corvo, La Cicala e la Formica, La Lepre e la Tartaruga, Gli animali malati di peste, Il lupo e la gru. Le percussioni e le giocose sonorità dialogano dal vivo con i divertenti e ironici personaggi che da Esopo a La Fontaine tramandano sagaci insegnamenti; animali portatori di vizi e di virtù di quell’umanità sempre uguale a sé stessa, e che in queste storie si guarda allo specchio.