punti di conTatto

Quattro solitudini si muovono in una ricerca intima e profonda. Ogni spazio plasma il movimento dei corpi, influenzando ritmo, intensità e direzione. La danza nasce dal dialogo con l’architettura dei luoghi: le superfici diventano mappe, le linee guida, gli ostacoli e opportunità di trasformazione.. In un percorso di mappatura degli spazi, i danzatori esplorano i confini tra isolamento e connessione, fino a convergere in un punto finale di incontro. Qui, le quattro solitudini si fondono, cercando nuove possibilità di relazione attraverso il linguaggio universale del corpo, plasmato dal luogo ma libero di reinventarsi. Un viaggio tra spazio, movimento e umanità che interroga la nostra capacità di abitare il mondo e, al contempo, di incontrare l’altro.
OBEY#Logos – studio

#Logos è parte del più ampio progetto OBEY, che indaga la dimensione del femminile e il tema della disobbedienza. Nello specifico, #Logos si concentra sulla diatriba tra logos e pathos, le due forze dell’animo umano che per il pensiero greco vivono in opposizione. Il logos, tradotto come “ragione, proporzione”, è il principio regolatore di ogni cosa e assume anche il significato di sapienza divina, il pathos invece coincide con la nostra parte più terrena ed emotiva, e ci allontana dal divino rendendoci… più umani? Partendo dal concetto cardine che è “la disobbedienza”, #Logos si interroga su quali siano le coordinate sulle quali abbiamo scelto di imbastire la nostra esistenza e se possano davvero esprimere il nostro totale potenziale umano, che è invero fatto di opposti.
PerARIA

Con la libertà di spirito tipica dell’infanzia, la leggerezza e profondità della fantasia, una piccola stanza può diventare un luogo di grandi avventure: a occhi chiusi e orecchie ben aperte, l’aria e il vento ci spifferano storie incredibili! Ci possono trasportare in quello strano paese, Anarea, il paese senza venti dove tutto è fermo e riuscire a muoversi è una sfida affascinante. O nel Paese dei Cappelli Volanti, dove le folate di vento sono talmente forti da scambiare i cappelli e le identità delle persone! PerAria ci accompagna in un mondo dove la logica degli adulti diventa sempre più rarefatta e lascia spazio alla curiosità, allo stupore, alla creatività, al gioco e alle emozioni, invitando lo spettatore a diventare più leggero e a stare (…almeno per la durata dello spettacolo) un po’ di più con la testa perAria! L’idea dello spettacolo nasce dal desiderio di realizzare un omaggio alla vita, alla leggerezza e alla spensieratezza del vivere. Gli autori si sono lasciati ispirare da aria e vento come veicoli e conduttori di esperienze ed emozioni creando una narrazione matrioska che contiene al suo interno altre storie create da un’illogica, stimolante e vorticosa curiosità propria dell’infanzia e della creatività.
KLORE / (e poi entrarono i cinghiali)

KLORE Klore è una performance nata dall’esigenza di sottrarre la tradizione delle proprie radici e farla rifiorire nella contemporaneità. Punto di partenza è la tarantella lucana, sottile incantesimo mimico del corteggiamento amoroso. Il lavoro indaga il folklore, smussando le forme più serrate della tradizione, discostandosi e reinventando. A seguire (e poi entrarono i cinghiali) (E poi entrarono i cinghiali) è un urlo, liberatorio ed eccessivo. Che dalle profondità del polmone corre lungo la trachea, invade le corde vocali e muta. L’esagerazione diventa uno strumento di affermazione e di ricerca sulla libertà, coinvolgimento e partecipazione alla celebrazione dell’ambiguità. Tutto è fame di una sensazione indefinita. È spazio d’indagine sui sé diversi. È luogo di molteplicità, pluralità e possibili equivoci. L’aria acquisisce un suono, viene interpretata, percorre epiglottide e faringe ed uscendo dalle labbra prende colore e timbro. Il corpo si trasforma, cassa di risonanza e palcoscenico di questo urlo. (E poi entrarono i cinghiali).
GLI AMANTI / ACHILLES’

GLI AMANTI Calchi perfetti che mostrano le vittime nella posizione in cui morirono. Dal 79 d.C., così per l’eternità. Prendendo spunto dal calco de “gli amanti”, la creazione vuole riportare alla luce un amore interrotto improvvisamente dalla forza prepotente della natura, ma custodito in eterno. Eterno è l’abbraccio in cui i due amanti sono stati ritrovati e al tempo stesso rinchiusi. Si è ipotizzato fossero un uomo e una donna, una madre ed un figlio, due giovani uomini. Il calco è rimasto nascosto al pubblico per anni, nella vana attesa di sciogliere ogni dubbio sulla loro identità. Quel che è certo, è che l’amore li tiene uniti da oltre 2.000 anni, vincendo la morte. Lasciamo all’immaginario degli spettatori il sogno di un amore assoluto. Chiunque essi siano stati, visitiamoli. A seguire ACHILLES’ Achilles’ esplora il confine tra la natura umana e ciò che la trascende, guarda a quella minuscola parte di vulnerabilità nascosta da una sovrumana forza, è una continua scoperta che si manifesta esteriormente attraverso la resistenza dei corpi dei danzatori e interiormente mediante l’accettazione delle proprie fragilità. Nel processo coreografico le ricerche di Brené Brown, sociologa e autrice americana, hanno rappresentato il punto di partenza della creazione. Alla domanda “Come faccio a diventare una persona coraggiosa?”, B. Brown risponderebbe: “Renditi vulnerabile. Rimanere vulnerabili è un rischio che dobbiamo correre se vogliamo sperimentare la connessione umana più sincera”. Essere invincibili o essere autentici? Dove si cela realmente la vera fonte di forza?
L’OMBELICO DEI LIMBI

Drammaturgo, attore e teorico, tra i più influenti uomini di teatro del Novecento, Antonin Artaud scrisse L’ombelico dei limbi non ancora trentenne. Pubblicato nel 1925, il volume raccoglie una serie di testi compositi, nei quali troviamo molti dei temi che andrà a maturare negli scritti successivi: l’alienazione dal mondo, la creazione di un linguaggio nuovo, il dolore della frammentazione dell’identità. Da qui prende origine la performance di Stefania Tansini, con una messa in scena sempre ad hoc, pensata appositamente per i diversi spazi di presentazione, nei quali il corpo e la voce sono testimonianza lucida dell’angoscia del reale, realtà viva e carnale. Un percorso performativo che questiona la relazione tra le cose, che scarnifica il luogo e il corpo, che procede in una tensione contraddittoria: da una parte la volontà di liberarsi, di farsi a pezzi, di tenersi fuori dal mondo, dall’altra il desiderio di ricostituzione e di condivisione del tormento del corpo.
MEMORIE, TRASMISSIONI E RIVOLUZIONI: Storie della danza contemporanea 2

Nella precedente edizione di Azioni in Danza abbiamo presentato una panoramica sulle figure chiave e i concetti portanti alla base delle trasformazioni nell’uso del corpo, delle tecniche e quindi delle estetiche della danza contemporanea; quest’anno proponiamo un focus che permetta di inquadrare le istanze e i ‘moventi’ che hanno determinato alcune rivoluzioni in ambito coreutico e coreografico. Il periodo, ormai storicizzato, va da un happening del 1952 al 1973. L’obiettivo è sempre teso alla conoscenza delle storie per amplificare la percezione del presente e nutrire l’immaginario e la consapevolezza tanto dei giovani danzatori, quanto degli autori e degli spettatori. Francesca Beatrice Vista, docente di Composizione della danza presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma e referente Core(L)AND per la Scuola di Coreografia della stessa Istituzione, è dottore di ricerca in Musica e Spettacolo – Università La Sapienza – ed è stata cultore della materia all’Università di Roma Tre. Laureata in Storia della danza e specializzata in Composizione all’AND, dal 2002 ha lavorato come danzatrice e assistente, coreografa e docente presso compagnie, enti privati e Istituzioni culturali italiane ed europee. Membro dell’Associazione Italiana per la Ricerca sulla danza e della Consulta Universitaria Teatrale, è autrice di saggi sulla coreografia contemporanea e concentra gli studi sulle memorie, trasmissioni e trasformazioni nella ricerca coreografica italiana.
SONORA / OBEY#Logos – studio

SONORA Breve indagine collettiva sulle sonorità vocali nelle azioni sociali di rito quotidiano. Sonora è una performance interattiva che ripercorre i rituali comuni del viaggio quotidiano di ognuno. Lo fa in chiave libera passando attraverso la voce e il corpo. Cerca, sperimenta e genera intime sonorità. Dal vocio del mattino ai sussurri della notte, la voce racconta di sé e diventa allo stesso tempo manifesto di un’espressione collettiva potente e vibrante, inevitabilmente corale. A seguire OBEY#Logos – studio #Logos, creazione attualmente in corso, è parte di un ampio progetto dal titolo OBEY, che si interroga sulla dimensione del femminile e sul tema della disobbedienza. Il lavoro – con musica dal vivo – si sviluppa come un complesso dialogo tra corpo e suono, in un gioco del controllo, tra equilibri, disarmonie, ascolto e conflitto. Il focus della creazione si stringe sull’antica diatriba tra logos e pathos, le due forze dell’animo umano che secondo il pensiero greco vivono in opposizione. Il logos tradotto come “parola, ragione, proporzione” è il principio regolatore di ogni cosa e assume anche il significato di sapienza divina, il pathos invece coincide con la nostra parte più emotiva e meno controllabile, e ci allontana dal divino rendendoci… più umani? Partendo dal concetto cardine dell’intera progettualità OBEY, che è la disobbedienza, intesa come elemento necessario a una reale conoscenza del sé, Logos si interroga su quali siano le coordinate sulle quali abbiamo scelto di imbastire la nostra esistenza e se possano davvero esprimere il nostro totale potenziale umano, che è invero fatto di opposti; ragione e sentimento, oggettivo e soggettivo, maschile e femminile. Il sospetto è che l’essere umano abbia ecceduto nell’affidarsi più all’una che all’altra parte, tralasciando e anche osteggiando le parti di sé meno decifrabili. Che sia arrivato il momento di una controtendenza?
MERCURIO

Mercurio nasce dall’incontro tra la coreografa e performer Luna Cenere e il compositore, improvvisatore e sassofonista Antonio Raia. Per definizione la caratteristica di questo metallo è di assommare in sé proprietà antitetiche, essendo un elemento pesante ma anche volatile. Una ricerca che prende anche spunto dall’astronomia e che spazia sino alla mitologia: di cui il simbolo alchemico riunisce insieme gli ideogrammi della Luna del Sole e della Terra. Un tema, un simbolo, per racchiudere le riflessioni scaturite dalla condivisione di pratiche, posture e saperi e -al tempo stesso- una metafora contenitrice della dualità del maschile-femminile, di obliquità di senso e trasversalità, senza escludere la dimensione del viaggio e del rischio.
GOOD VIBES ONLY (beta test) / FINE

GOOD VIBES ONLY (beta test) GOOD VIBES ONLY (beta test) è il primo capitolo del macroprogetto “GOOD VIBES ONLY”. Il lavoro si articola come un beta test, ovvero la prima fase di verifica di un software in condizioni di utilizzo reali da parte di utenti reali. Il progetto nasce per indagare il concetto di scrolling e, prendendo in prestito la struttura del free trial, arriva ad interrogarsi sulle logiche sociali contemporanee, in particolare sul rapporto tra performatività e consumo. A seguire FINE Fine è l’ultimo capitolo di una trilogia sviluppatasi con la realizzazione di altri due precedenti lavori: SoggettosenzaTitolo (2016), DO ANIMALS GO TO HEAVEN? (2018) e Fine (2024). Fine è la traccia di una linea invisibile su cui, ad un certo punto del viaggio, si è posato lo sguardo per questa creazione risvegliando la domanda di me bambina: “come si fa a creare uno spettacolo bello quanto la Natura?” E proprio i miei errare nei luoghi dove la natura è maestosa e mostruosa, tra Namibia, Ecuador, Islanda e anche l’incontro con diverse pratiche sciamaniche, hanno allenato il mio sguardo in cerca di quel segreto. Un tema caro, che ripercorre la mia traiettoria artistica, perseverando in questa ricerca sull’osservazione della relazione tra l’uomo e la Natura, una natura Madre che comprende ogni cosa, un’entità che abbraccia tutti gli esseri viventi e li rende parte di un unico immenso ingranaggio cosmico, di un piano universale che comprende tutto ciò che è stato creato.