TANTE BELLE COSE

Un nuovo allestimento molto atteso dal pubblico dove Francesco Cicchella presenterà sul palco grandi novità, con performances completamente inedite che daranno vita ad uno spettacolo ricco di emozioni e…tante belle cose.

IO, LUDWIG VAN BEETHOVEN

Lo spettacolo è incentrato sulla figura del genio musicale Ludwig Van Beethoven e narra la storia del suo talento immenso e insieme, della sua umanità. Ludwig van Beethoven fu uno dei più grandi geni musicali mai esistiti. Non si può comprendere il genio con occhi normali, non rientra in nessuna categoria e la sua complessità non si può afferrare. Indagarne la vita vuol dire accostarsi ad altezze umanamente insolite, rubarne per un istante la grandezza e la follia per raggiungere ebrezze ed emozioni insperate. Così, partendo da una passione antica, ci accostiamo a Beethoven con emozione per indagarne i tanti misteri, la sordità, i rapporti col padre e con il suo tempo, il suo talento, gli amori, profondi e contrastati, le sue durezze e soprattutto la sua musica, la sua musica immortale. E quella Nona Sinfonia, quei quattro movimenti così conosciuti e amati che hanno cambiato la storia della musica per sempre. Perché Beethoven aspettò dieci anni per comporre la Nona avendone la musica già in testa? Cosa successe in quei dieci anni? Cosa cambiò nel mondo che lo circondava e cosa successe dentro di lui, e, soprattutto, come si preparò alla serata della prima rappresentazione, a Vienna, il 7 maggio del 1824? Ci vuole tempo per raccontare la bellezza. Chiudiamo gli occhi ed ascolteremo come mai abbiamo fatto prima.

CALLAS, CALLAS, CALLAS 24/25

Nel centenario della nascita della Callas l’omaggio di COB Compagnia Opus Ballet diretta da Rosanna Brocanello, ha una particolare valenza anche per l’originalità che l’ha ispirato: affidare la creazione a tre giovani e affermati coreografi dal linguaggio contemporaneo. Tre sguardi differenti, tre approcci e restituzioni in danza. Titolo che è anche un invito, per lo spettatore, a scoprire o ritrovare tra le pieghe di un movimento o la coralità dell’ensemble, tra le sonorità elettroniche o i frammenti di arie celebri disseminati nell’architettura coreografica, tra una luce o un costume che sagoma gesti e posture, la propria Callas. O magari un’altra, inedita, che la danza astratta può suggerire, evocare, imprimere nell’atmosfera e nella memoria. Di sicuro riconosceremo, contaminate o appena palesate, tre celebri arie: da Tosca, Norma, Carmen.

IL PICCOLO PRINCIPE – CHRISTMAS EDITION

Trasposizione drammatizzata del celeberrimo racconto di Antoine de Saint Exupery, impreziosita da musiche e coreografie pensate appositamente per lo spettacolo in una chiave ancor più magica dalle atmosfere natalizie. Il Piccolo Principe compie, infatti, il suo viaggio tra pianeti e strambi personaggi proprio durante il periodo di Natale. Ovunque lui vada si respira atmosfera natalizia. E’ Natale sul pianeta del Re, del Vanitoso, del Lampionaio ed è Natale sulla Terra. Ogni personaggio gli lascerà in ricordo il proprio modo di vivere il Natale stimolandolo alla curiosità e alla fantasia. Giungerà sulla Terra proprio il giorno della Vigilia di Natale e lì resterà il tempo necessario per raccontare all’amico pilota ciò che ha appreso dal suo viaggio nello spazio/tempo. Tornerà sul suo pianeta il giorno di Natale come una sorta di rinascita. Lo spettacolo offre una poetica riflessione sul passaggio dalla giovinezza all’età adulta ed è in grado di toccare e affrontare con delicatezza le grandi tematiche dell’esistenza: l’amicizia, l’amore e il senso della vita. Una bellissima parabola sul valore dell’amicizia spiegata ai più piccini, con un linguaggio semplice e immediato, ma con un messaggio universale che è in grado di coinvolgere anche il pubblico adulto. Lo spettacolo, attraverso il viaggio del Piccolo Principe, ci mostra come un Natale “diverso” possa essere unico e speciale, un’opportunità per crescere e ampliare i propri orizzont

NEW YEAR SHOW

Luca Lombardo ed Emanuela Aureli, noti personaggi molto amati dal pubblico portano in scena per l’ultimo dell’anno due spettacoli divertenti ed esilaranti. Luca Lombardo mette in scena un mix di magia, trasformismo e cabaret. E Manuela Aureli, con brillante ironia, si diverte con i suoi personaggi con i quali negli anni si è fatta conoscere al grande pubblico tratti dallo spettacolo Mamma ho perso… Aureli!

CLARA E LA NOTTE DI NATALE, OVVERO LO SCHIACCIANOCI 2024

Lo Schiaccianoci? Una fiaba natalizia il cui sogno di Clara, la battaglia dei topi e il mondo fantastico, l’hanno resa intramontabile. Ispiratosi dal racconto Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi di E.T.A. Hoffmann (1776-1822), Peter Tchaikovsky (1840-1893) crea una delle partiture per balletto più famose e popolari di tutti i tempi. Dalla sua prima nel 1892 a San Pietroburgo, questo classico della danza non smette di incantare intere generazioni. Con pochi riferimenti all’originale, il coreografo Mauro de Candia porta in scena un sua rilettura coreografica in una versione completamente rinnovata: un viaggio magico nel mondo adolescenziale tra sogni, paure e magia, specchio del mondo travolgente che noi tutti abbiamo vissuto. Il tema natalizio entra nella dimensione degli affetti di una fanciulla che cerca la sua identità, ricordandoci che l’eternità dello Schiaccianoci risiede nella fantasia di chi ha deciso di correre il mondo, per ritrovarsi felice e adulto nella realtà fatta più bella della cerimonia dei sogni. Protagoniste di questa produzione saranno le giovani tersicoree di scuole di danza del nordbarese, riunite in scena all’interno del progetto GBM Giovane Balletto Mediterraneo, per dar vita ai sogni di Clara e l’ingegno fanciullesco senza limiti.

UNA VITA SULLO SCHERMO

In questo one man show il pubblico troverà la storia della tv italiana di ieri e di oggi attraverso i suoi monologhi sferzanti, le parodie di famosi personaggi della tv e della politica, alcuni tra i suoi numeri più conosciuticome l’Asta Tosta col mitico quadro del maestro Teomondo Scrofalo. In scena, attraverso l’ausilio di un grande ledwall, Ezio con la sua satira, il suo stile personale graffiante e ironico scherza e diverte il pubblico parlando di televisione, di politica, di sport e della società italiana di ieri e di oggi. Racconterà aneddoti esilaranti di fatti e incontri estremamente divertenti che gli sono capitati in Italia e negli Stati Uniti. Sullo schermo ci saranno sorprese inattese, clip divertenti, momenti indimenticabili della sua carriera. Il pubblico presente sarà coinvolto attraverso i suoi numeri, molti dei quali assolutamente inattesi. Uno spettacolo diverso, 90 minuti live nei quali Ezio Greggio, un vero “N.1” in scena, con la simpatia che lo contraddistingue e l’ausilio tecnico di un gruppo professionistico di alto livello, si conferma un mattatore, un beniamino del pubblico, un artista imprevedibile che ha attraversato, e continua a fare, la storia dello spettacolo italiano

FUS – FOTTUTI, UTOPISTI E SOGNATORI

FUS è un progetto di Teatro dei Borgia nato dopo tre anni di laboratorio permanente sui temi del lavoro e dell’essere artisti. Lo spettacolo chiama direttamente in causa i cinque artisti in un’opera che parla di creazione, di ispirazione, di sfruttamento, ma soprattutto di un’arte che necessita di spazio e tempo per la ricerca, e della lotta per ottenerli in un sistema che premia esclusivamente la produttività. Il momento performativo, ludico divertente e frammentario, è costruito saccheggiando strutture drammatiche alle opere di Anton Cechov, che vengono poi ricomposte con l’innesto di stralci del CCNL dello spettacolo (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) e del Decreto Ministeriale che istituisce il FNSV (Fondo Nazionale dello Spettacolo dal Vivo ex FUS). In uno spazio teatrale denudato, ribaltato e reinventato, nel quale parte degli spettatori sono sulla scena e parte delle scene sono tra gli spettatori, si parte dalla condizione degli artisti per ragionare di opera e fatica, di ambizione e pigrizia, di ispirazione e sfruttamento, di stabilità e cambiamento come tratti intrinseci del rapporto tra umano e lavoro nella vita di tutti. Di Cechov restano filosofia e sentimento, ma per carità: Via le Betulle!

COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA

“Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”. L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata. Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile. Tutti ci si riconoscono infatti Coppia aperta…quasi spalancata porta in scena la relativa insofferenza al concetto di monogamia.

GENTE DI FACILI COSTUMI 2024

Andato in scena per la prima volta nel 1988, con lo stesso Nino Manfredi nei panni del protagonista, questo testo è considerato ancora oggi uno dei più eclatanti apparso sulle scene teatrali italiane negli ultimi decenni. Protagonisti della pièce sono Anna – nome d’arte “Principessa” – una prostituta disordinata e rumorosa che sogna di diventare “giostraia” e Ugo, l’inquilino del piano di sotto, un intellettuale che vivacchia scrivendo per la tv e per il cinema ma che sogna di fare film d’arte. La vicenda prende il via la notte in cui Ugo sale al piano di sopra per lamentarsi con la coinquilina che tornando a notte fonda e accendendo il giradischi l’ha svegliato e lei, per la confusione, lascia aperto il rubinetto dell’acqua della vasca allagando irrimediabilmente l’appartamento di lui. Ugo sarà costretto quindi, anche a causa di uno sfratto, a trovare rifugio dalla “Principessa”. Con questa convivenza forzata inizia un confronto/scontro costellato di incidenti e incomprensioni, ma anche un curioso sodalizio, dove ciascuno condivide con l’altro ciò che ha. Le reciproche posizioni vanno mano a mano ammorbidendosi perché diventa chiaro che ad incontrarsi non sono state solo due vite agli antipodi, ma soprattutto due sogni all’apparenza irrealizzabili. Dall’incontro tra Anna e Ugo nasce un turbine di disastri, malintesi, ilarità e malinconie pienamente in sintonia con l’immagine che il loro autore, Nino Manfredi, ha lasciato nel ricordo di ognuno di noi.