CRACRÀ PUNK

Un aereo attraversa il cielo sopra il castello di re Punch III e della regina Giuditta, è la cicogna Tiresia che finalmente porta il principino. “Ma perché non atterra? Dove va?” L’aereo vola tra le nuvole, la cicogna si è addormentata sui comandi e si risveglierà con un botto al Polo Nord, ma senza il fagotto. Poco distante da lì, Ada –la signora Morte–, avvolta nel suo elegante vestito bianco, nota un neonato abbandonato fra la neve. Sulle prime prova ad ignorarlo, ma il suo cuore inizia a battere come non aveva mai fatto prima, si avvicina e lentamente si abbandona al suo sogno: diventare mamma. Tiresia si beccherà invece una maledizione per cui tornerà dal Polo senza parole per spiegarsi, capace solo di fare Cra Cra. Intanto il tempo passa fra giochi sulla neve, indovinelli, ninne nanne e Bebè diventa un ragazzo, appassionato di musica Punk. Insieme alla cresta blu sorge in testa la domanda finora evitata: chi è suo padre? Ada non ha una risposta pronta e per tenerlo con sé inventa una storia impossibile. Da quel momento per Bebè non rimane che partire in cerca dei genitori: attraverserà il mare, farà tornare il sorriso sulle labbra della regina e in mezzo a una burrasca incontrerà la cicogna Tiresia, l’unica in grado di rivelare la verità e indicargli la strada.

C’ERA UNA sVOLTA

“C’era una volta Tanto tempo fa In un lontano paese Una principessa O forse era una bambola Forse una bambina Una ragazza Insomma… c’era una volta qualcuno Perché c’è sempre qualcuno Se no, che storia sarebbe?!?” Tre personaggi abitano la scena, tentano di comunicare: essere, esistere, accettarsi, essere accettati, vedersi, essere visti. Due i piani: lontano e vicino. Da lontano: una voce che narra, che spiega, che mette alla prova i personaggi, una voce adulta che interroga e, a volte, mette in difficoltà. Da vicino: i personaggi che in scena vibrano, dialogano, ballano, si incontrano; ognuno con un colore e con le proprie diversità. E in questo sovrapporsi di piani e diversi linguaggi quali danza, teatro, luci e colori, si mescolano insieme parola, gesto e scrittura creando un racconto che vorrebbe veicolare un semplice messaggio: perseguire i propri sogni e le proprie inclinazioni allontanandosi da schemi precostituiti e magari (perché no?) provando a romperli! Ecco la vera sVolta! “C’era una volta… C’era, sì, una volta. Però adesso basta! Ora… c’è una svolta. Perché questa volta …il finale lo decidi tu.”

SOGNI. Arlecchino e la bambina dei fiammiferi

Scegliendo come prima chiave drammaturgica la favola della piccola fiammiferaia (La bambina dei fiammiferi, Hans Christian Andersen), lo spettacolo ripercorre sinteticamente alcuni temi classici della letteratura per l’infanzia, associandoli ad ambienti visivi costruiti attraverso citazioni dall’arte figurativa. Immagini dalla nostra storia dell’arte elaborate al computer e videoproiettate su scene, oggetti, figure ed attori. Accendendo i fiammiferi -la propria immaginazione-, la piccola sognatrice apre il sipario di un luogo fantastico, dove si intrecciano storie: insieme visioni dell’arte, della letteratura, del teatro. Il sipario è la finestra dei desideri; la fiammella è l’anima che illumina ed ispira la scena. Il teatro, scatola delle meraviglie, interpreta la realtà attraverso l’immaginazione. Poi appare Arlecchino, rappresenta il colore e la gioia di vivere; la fiammiferaia s’innamora di lui, lo rincorre nel groviglio delle storie e delle immagini che attraversa. Ne La bella addormentata è il principe azzurro che la risveglia con un bacio, poi la conduce in Hansel e Gretel, Biancaneve e i sette nani, I tre porcellini, Cappuccetto Rosso… e intorno, il mondo fantastico di Dadd, Arcimboldo, Botero, Ernst, Magritte, Dalì, Mondrian, Klee, Burri. In questa storia, le bugie di Pinocchio, sono i ready made di Duchamp e Il Piccolo Principe abita il mondo sospeso di Mirò. Tutto è possibile dentro un teatro illuminato dall’immaginazione. Nei bagliori dei fiammiferi, come nell’arcobaleno di Arlecchino e degli artisti, c’è un messaggio di speranza. La poesia illumina il freddo della vita e della mente. La primavera scioglie la neve. Il teatro ha svolto la sua funzione. Anche la crudezza delle favole diventa lieto fine. I tagli di Fontana squarciano la pelle di un lupo-teatro ingordo di colori. La finzione è svelata, il sogno diventa realtà. Felici e contenti… Arlecchino e la bambina escono di scena, per entrare nella vita vera ed abbracciare i bambini del pubblico

BRICIOLE DI FELICITÀ

Lo spettacolo racconta la storia degli abitanti di un villaggio fatto di casette sospese in un bosco. Ciascuna di esse rappresenta un micro mondo abitato da strani personaggi, accomunati tutti dall’essere soli, isolati, distanti l’uno dall’altro e inevitabilmente tristi. È qui che un giorno, all’improvviso, arriva il Venditore di Felicità: vende felicità in barattolo! Gli abitanti la comprano, ma al momento di aprirli scoprono che i barattoli sono vuoti. Chi avrà rubato loro la felicità? Chi l’ha presa? Dove si trova? Nel villaggio, ai piedi delle case sospese, c’è un altro essere: si chiama Ohibò ed è ancora più strano degli altri, è diverso dagli altri, lui è felice. Probabilmente ha rubato lui la loro felicità. Inizia così un’avventura alla ricerca della felicità che porterà gli abitanti del villaggio a uscire dalle loro case, a relazionarsi tra loro, a parlarsi e infine a conoscersi davvero. Quando scopriranno il segreto di Ohibò si accorgeranno di aver scoperto il segreto della felicità. Briciole di felicità è uno spettacolo di teatro di figura con otto muppet a taglia umana in scena. Le ambientazioni magiche sono realizzate con videoproiezioni di illustrazioni originali animate in motion graphic.

IL MAGO DI RICICLOZ

Il mago di Ricicloz affronta il tema dei rifiuti analizzando le proprietà degli imballaggi. Attraverso la metafora del viaggio di iniziazione, i protagonisti desiderano diventare ‘altro’ rispetto a quello che sono. Come ne “Il Mago di Oz” di Lyman Frank Baum (1900) anche i protagonisti di questa storia si mettono in cammino per raggiungere uno ‘stregone’ al quale chiedere di esaudire i loro desideri: Dorothy e il cane Toto vogliono tornare a casa, i Riciclabili vogliono diventare qualcos’altro rispetto a quello che sono. Il viaggio, che l’estro del regista trasforma in un videogioco ad obiettivi, si trasforma così in un vero e proprio cammino iniziatico, di scoperta e crescita, attraverso il ricorso alle virtù di ognuno. Una storia moderna e accattivante per fa comprendere che ogni obiettivo, anche quello della raccolta differenziata e del riciclo, è raggiungibile. La tematica del riuso dei materiali è sottolineata anche nella scelta di scene e costumi, realizzati proprio da oggetti di riuso. Lo spettacolo è adatto a bambini di ogni età.

LA RICETTA DELLA FELICITÀ

Uno spettacolo poetico, divertente e musicale che conduce i bambini in un magico percorso.Attraverso il gioco, la danza e allegre canzoni, passando dalla cucina alla tavola, svela loro la magica ricetta della felicità: qualcosa da mangiare, qualcosa da amare, qualcosa da sperare. Nata nel 2008, dal 2012 l’associazione Teatro Nuovo realizza spettacoli teatrali che mettono in scena e raccontano la disabilità impegnandosi nella valorizzazione di artisti diversamente abili.

THE PRESENT

Tre clown si muovono in un mondo surreale, dove il corteggiamento diventa una danza di gag, malintesi e sorprese. I due uomini fanno di tutto per conquistare l’attenzione della donna, servendosi di un regalo. Lazzi, controtempi, incontri, scontri, trasformano il corteggiamento in un divertentissimo gioco senza parole, dove il linguaggio del corpo e le emozioni esplodono in una comicità universale. Un’esperienza visiva e poetica, che trasforma la semplicità del gesto in un caleidoscopio di emozioni e risate.

ETTORE E GINEVRA E LA MAGIA DELL’AMORE

“Ettore e Ginevra: la magia dell’amore” è uno spettacolo per l’infanzia che incanta sia grandi che piccini, portandoli in un emozionante viaggio a:raverso la tradizione della commedia dell’arte. La storia coinvolgente e divertente, interpretata da attori esperti, cattura l’attenzione del pubblico sin dal primo istante. Questo spettacolo rappresenta uno spin-off della “Disfida di Barletta” di Massimo D’Azeglio, allontanandosi dal romanzo originale per scrivere una nuova avventurosa storia che attinge ai temi classici dell’amore, della magia e dell’eroismo. Con uno sguardo fresco e innovativo sulla commedia dell’arte, “Ettore e Ginevra: la magia dell’amore” offre una narrazione coinvolgente che mescola abilmente tradizione e originalità. Gli spettatori saranno trasportati in un mondo fiabesco dove l’amore trionfa sulla cupidigia e sull’inganno, mentre il coraggio e la lealtà sono messi alla prova in un turbine di intrighi e avventure. I personaggi iconici della commedia dell’arte prendono vita in questa produzione, offrendo un’esperienza teatrale indimenticabile che celebra la forza dell’amore e la magia dell’immaginazione. Con la regia di Alessandro Piazzolla, questo spettacolo promette di deliziare il pubblico di tutte le età con il suo mix di comicità, pathos e avventura, trasportandoli in un mondo dove i legami dell’amicizia e dell’amore sono più forte di qualsiasi ostacolo.