Pezzi d’uomo è un progetto di ricerca a mezzo teatrale che si propone di indagare e rovesciare lo stereotipo e il modello unico dell’uomo patriarcale e predatore al fine di ricercare i pezzi sparsi del linguaggio dell’uomo moderno. Chi sono i figli, ma anche i padri, i fratelli, i mariti di quelle buone donne che hanno lottato e ottenuto diritti negli ultimi decenni? Gli uomini, nel frattempo, che cosa hanno fatto? In che rapporto vivono, cosa pensano davvero, chi sono per loro le donne? Cos’è, secondo un uomo, la disparità di genere? È innegabile che la società contemporanea, a tutte le latitudini, è ancora permeata da una cultura patriarcale e maschio-centrica. Le donne votano, godono dei diritti fondamentali, ruoli dirigenziali, sono primari e magistrate, rivendicano una grammatica su misura, sono madri e non madri, negli ultimi anni tutte le leggi approvate vanno nella direzione di un rispetto e un’autonomia della donna, ma come si pone l’uomo di fronte a questa lenta e inesorabile rivoluzione sistemica? Pezzi d’uomo è una sorta di indagine paradossale, un’interrogazione agli uomini su cosa sanno, sentono e fanno in relazione alle donne. Sono parte integrante di un nuovo femminismo condiviso? O piuttosto si sentono defraudati da un ruolo che tocca loro per genetica e tradizione? Quanto, in breve tempo, padri e figli maschi sono cambiati? Pezzi d’uomo è uno spettacolo pensato e realizzato dagli uomini, frammentati e interlocutori che affrontano un processo decentralizzazione e sconfitta, guardano in faccia la paura, il disprezzo, la solitudine, la poesia. Pezzi d’uomo è quindi sì uno spettacolo ma soprattutto il tentativo, mediante il teatro, di sbrigliare i preconcetti e le parole dalle loro ancore storico-sociali con lo scopo di interrogare un nuovo ruolo e una parità di genere concreta e condivisa.