Una gigantesca palafitta in acciaio, opera dell’uomo moderno che vuole lasciare un segno sospeso sulla storia, sulle rovine di un’antica civiltà che rappresenta idealmente le fondamenta di una nuova stagione culturale per Brindisi città d’arte. Ci sono voluti alcuni decenni perché nel capoluogo vedesse la luce il Nuovo Teatro Verdi, struttura avveniristica quando fu pensata, contenitore al passo con l’attualità oggi che è diventata in Puglia e nel Sud Italia un punto di riferimento con le prestigiose attività di spettacolo programmate dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi.
Con i suoi 40mila metri cubi di volume e 4.500 metri quadrati di superficie, il teatro s’impone allo sguardo esterno per l’imponenza della sua architettura, che in un angolo della facciata principale ospita un bassorilievo in bronzo realizzato dal famoso artista ungherese Amerigo Tot. Ma al tempo stesso preannuncia meraviglie oltre i suoi ingressi. Gli interni ruotano intorno a una sala di 650 metri quadrati, che dopo i recenti interventi di miglioramento può ospitare in confortevoli poltrone 995 spettatori, 658 in platea e 337 in galleria, dove si accede da quattro scale oppure con l’ausilio di un ascensore adeguato al trasporto di persone disabili. Al piano rialzato c’è l’immenso foyer, dal quale è possibile osservare, attraverso una grande pavimento di cristallo, il sito archeologico sottostante, per un’emozione unica al mondo.
Ma il Nuovo Teatro Verdi è una struttura impressionante anche dal punto di vista scenico. Il palco, uno dei più ampi d’Italia, è il vero «cuore» del teatro. Con le sue ragguardevoli dimensioni (oltre 25 metri di larghezza, 18 di profondità e 20 di altezza per una superficie di 600 metri quadrati) è uno dei più estesi del Mezzogiorno insieme a quelli del San Carlo di Napoli, del Bellini di Catania e del Petruzzelli di Bari. E anche il boccascena s’impone sulla sala con la sua apertura di 6 metri di altezza e 15 di larghezza.
Sotto il teatro, sollevato dal piano stradale con enormi campate, risaltano basamenti di costruzioni d’epoca romana, camminano strade e marciapiedi della Brindisi che fu, anche di venticinque secoli addietro. E sono testimonianze, queste, che la mano dell’uomo ha scelto di salvaguardare armonizzandole con il progresso e il futuro. Il sito venne scoperto in maniera davvero inaspettata oltre cinquant’anni fa. Nel 1964 emerse durante l’abbattimento di abitazioni fatiscenti sulle quali doveva nascere il nuovo Palazzo di Giustizia, che allora aveva sede nel vicino palazzo Granafei-Nervegna. La scelta dell’epoca fu di localizzare altrove la sede del Tribunale e di realizzare sull’importantissima area archeologica il nuovo teatro di Brindisi, più grande e più moderno del precedente. L’ambizioso progetto venne affidato nel 1966 all’architetto romano Enrico Nespega che ideò, quindi, il «Teatro sospeso».
La sua realizzazione, già compiuta negli anni Settanta, è stata accompagnata da continue sospensioni dei lavori da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto dovute anche a contenziosi con le ditte appaltatrici. Dopo anni di silenzio e di ripetuti annunci di apertura, il Nuovo Teatro Verdi è stato, quindi, inaugurato il 20 dicembre del 2006 con un concerto diretto da Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra «Luigi Cherubini». Un momento indimenticabile per la città, che dopo quasi mezzo secolo ha ritrovato un contenitore adeguato alle proprie aspirazioni e riscoperto il grande teatro.
Fonte: https://www.nuovoteatroverdi.com/la-storia/