L’emergere dei nuovi ceti mercantili, della borghesia e il riformismo borbonico resero necessaria la costruzione di un nuovo teatro, così tra il 1835 e il 1838 per volere di una società, composta da “21 galantuomini”, fu costruito il TEATRO UMBERTO (chiamato anche Nuovo Teatro Ferdinandeo, Principe Umberto, Umberto I, Teatro Privato).
La sua progettazione fu affidata all’architetto napoletano Antonio Niccolini (che più tardi realizzò il Piccini a Bari), mentre la realizzazione ai fratelli Sannicandro da Bitonto, appartenenti ad una famiglia di costruttori e capimastri.
Il progetto originario del Niccolini subì delle variazioni per ragioni economiche e di spazio; infatti, con il tempo nacquero grossi problemi di disimpegno per le carrozze e per la viabilità per cui, con l’intervento del Castellucci si procedette alla sistemazione delle strutture stradali e all’apertura, nel 1851, di una via tra Piazza Plebiscito e Largo Teatro che venne dedicata al musicista Traetta in riparazione della mancata presenza del grande bitontino tra i tondi e i busti raffigurati sul fronte del teatro.
La gran fretta nel costruire, la cattiva gestione, gli scarsi sussidi comunali, contribuirono non poco al degrado dell’immobile già dopo un decennio, quando Castellucci fu costretto ad intervenire sulle coperture della zona scenica.
L’inaugurazione avvenne la sera di Pasqua il 15 aprile 1838, con l’esecuzione della “Parisina” di Donizetti.
Dal 1838 si sono succedute numerose compagnie, specie quelle comiche e di prosa, ricevendo contributi di incoraggiamento dal Comune. La struttura del teatro non ebbe buona sorte: nel 1843, 1881, 1901 dovette subire, infatti, restauri anche statici; nel 1972 ci fu il crollo delle coperture dopo una dirotta pioggia.
Dal crollo definitivo del 1972, lunghe e tortuose sono state le vicende che hanno portato alla ricostruzione dell’Umberto: una lunga storia di espropri, progetti, appalti, finanziamenti e ritardi.
Il progetto di recupero del teatro viene affidato nei primi anni ’80 a cinque tecnici, ma si dovrà aspettare sino al 1998 per l’affidamento dell’appalto e la consegna del cantiere ad un’impresa. Nel frattempo il Comune ha provveduto ad acquisire tutta la struttura mediante l’esproprio delle ultime quote. Così, quella del 1998, è una data storica: segna, infatti, l’inizio della rinascita.
Partono, dunque, i lavori ma alcuni inattesi ritrovamenti sono destinati a rallentare le opere. La situazione a livello interrato, dove emerge un particolare sistema di volte, costringe i tecnici a realizzare una variante in corso d’opera. Nel corso degli scavi, inoltre, emergono tracce della fondazione delle antiche mura e di una porta di accesso alla città antica, denominata “Porta Cupa”. Così si rende necessario inglobare nel restauro e valorizzare quanto si è scoperto.
Un ulteriore rallentamento è causato, negli anni successivi, dall’acquisizione delle autorizzazioni per gli impianti. Le ridotte dimensioni del teatro rendono necessarie deroghe che dilatano i tempi dell’iter burocratico.
Nel 2003 il teatro è quasi pronto. Parte allora il secondo lotto di lavori, che prevede la fedele riproduzione delle decorazioni artistiche e, la sistemazione degli arredi, l’installazione delle attrezzature scenotecniche, il completamento degli apparecchi di illuminazione. L’ultimo atto del restauro del teatro è costituito dal posizionamento delle poltrone, che ritarda ulteriormente la data per l’inaugurazione.
In tutto i posti in platea sono 90 disposti in 8 file, su un totale di 260 circa, compresi palchetti e loggione.
Una decorazione a frange dorate è stata realizzata sul sipario per renderlo più ricco ed elegante, mentre le quinte sono state completate con le attrezzature scenotecniche. Sul fondo della scena è stato installato uno schermo per la proiezione di pellicole cinematografiche. Il teatro è dotato di angolo bar e biglietteria, e dispone di tutti i servizi previsti dalla normativa sui locali pubblici per spettacoli.
Finalmente dal 16 aprile 2005 Bitonto ha il suo teatro. In scena, per la regia di Michele Mirabella, una delle ultime composizioni del musicista bitontino Tommaso Traetta, “Il cavaliere errante”, scritto a Venezia nel 1778.
Con la riapertura, il consiglio comunale ne deliberò l’intitolazione al musicista bitontino Tommaso Traetta.
Oggi il teatro si presenta con un palcoscenico rettangolare di 9×7 metri e dispone di 246 posti tra platea, palchi e loggione
Testo da: https://www.comune.bitonto.ba.it/varie/da-vedere/teatro-traetta/